Gli operai della Ferrari si fermano al pit stop, scioperano e ora attendono una risposta dall’azienda guidata da Luca Cordero di Montezemolo. Niente straordinari e otto ore di astensione dal lavoro a partire da lunedì prossimo. Sono queste infatti le decisioni prese dai lavoratori della casa automobilistica riunitisi ieri in assemblea. La decisione scaturisce dalla recente sospensione della trattativa sul rinnovo del contratto integrativo. Una sospensione determinata dalle mancate risposte dell’azienda su quale sarà il contratto nazionale di riferimento a partire da gennaio prossimo, quando anche il cavallino rampante (in quanto parte del gruppo Fiat) uscirà da Confindustria. In pratica i sindacalisti non vogliono trattare un contratto integrativo aziendale se non si sa quale sia l’accordo nazionale da integrare o se, come si teme, il contratto all’orizzonte sia quello in stile Pomigliano.
Gli stop al lavoro decisi unitariamente ieri in assemblea non saranno una “passeggiata” per la casa di Maranello che a dire di Giordano Fiorani, segretario provinciale della Fiom di Modena, si ritroverà, “in caso di sciopero degli straordinari di fronte a una riduzione del 30-40 % della produzione”. Le otto ore di sciopero “ordinario”, spiega il sindacato, partiranno invece lunedì e la loro organizzazione sarà a discrezione della rappresentanza sindacale unitaria. “Abbiamo inoltre deciso di inviare una lettera alla Ferrari – ha spiegato Fiorani – dove chiederemo un incontro e, se l’esito sarà negativo, ci riuniremo nuovamente in assemblea per decidere cosa fare».
L’azienda guidata da Montezemolo, con una nota affissa sulla bacheca aziendale, ribadisce la volontà di continuare il confronto senza polemiche e si dichiara rispettosa su accordi e pagamenti. Ma i sindacati non ci stanno: “Confermano che pagheranno sia l’anticipo che il saldo del premio di risultato, ma quello è un atto dovuto, visto che si riferisce al 2011. Dicono molte cose in quella nota, l’unica cosa che non dicono è che cosa succederà dal 1 gennaio 2012”. Poi il sindacalista Fiom evidenzia il paradosso di una discussione su qualcosa che ormai non c’è più: “Non abbiamo rotto il tavolo di confronto, l’abbiamo solo sospeso perché avevamo esigenza di parlare con i lavoratori. L’azienda non può dire di essere pronta a parlare del contratto integrativo. Integrativo a che cosa? Non sappiamo quale contratto dobbiamo integrare”, spiega Fiorani, che alla Ferrari, da gennaio, si ritroverà a rappresentare dei lavoratori privi di un contratto nazionale di riferimento.
Ma quali sono le risposte che i sindacati si aspettano? “La Ferrari potrebbe dirci – spiega Fiorani – quale tipo di contratto intende applicare, anche se esce da Confindustria: se quello di Federmeccanica oppure il contratto Pomigliano, esteso da Sergio Marchionne a Mirafiori e successivamente a Grugliasco. Anche perché ci sono aziende, anche emiliane, che anche se non associate applicano il contratto di Confindustria. La Ferrari, invece, quale contratto vuole applicare? Forse l’azienda non vuole dirlo perché l’ipotesi Pomigliano è probabile e dirlo significherebbe alzare un polverone”.
Nel frattempo il contratto aziendale è scaduto dal dicembre 2008, prorogato fino al 2011, a dicembre giungerà a scadenza e i lavoratori si potrebbero trovare senza né un contratto nazionale, né uno aziendale.