Apprendo con sollievo che gli onorevoli Pedica e Zazzera, dell’Italia dei Valori (non la chiameremo, una volta tanto, Idivù, come una dismessa divinità esotica, per ricordare la responsabilità etica insita nel marchio) sono stati scagionati dall’accusa di aver ricevuto sesso in cambio di posti di lavoro. La signora che si è prestata a ricevere il seme degli augusti “membri” del “club maschile Montecitorio” è stata sedotta (dalla promessa di entrare nell’ufficio legislativo del Parlamento) ma non menata.

Affiora una riflessione triste sulla salute della componente maschile della nostra classe dirigente: attraversano, i cari ragazzi, un momento di insicurezza fallica, una debolezza dell’io epocale.  Possibile che nessuno s’azzardi a scommettere sul proprio fascino, sui muscoli, sulla dolcezza, sull’ars amatoria, sulla facondia, sulle capacità affettive?  Troppi, da destra a sinistra, si costringono a pagare l’amore col potere. Come se fossero, chi più chi meno, diventati impotenti.

Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2011

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