Non guardo mai il Tg1, men che meno all’ora di pranzo. Bisognerebbe però avere sempre l’accortezza di tenere il televisore spento perché se no è il Tg1 che guarda te; o perlomeno cattura beffardamente la tua attenzione per poi rifilarti la sua dose di telebudino andato a male.

Caso vuole che mi trovi a pranzo a casa dei miei genitori e che i succitati desiderando sapere come è finito il voto di fiducia ed essendo pressappoco l’una e mezza, si sintonizzino su Rai1. Il voto è ancora in corso, poi ci sono le avetraniadi, poi il tempo per il weekend e poi, dulcis in fundo, viene annunciata la rubrica “Media“. Con la forchetta in mano giro lo sguardo un minimo incuriosito; aspettandomi, chissà poi perché essendo il Tg1, un accurato reportage sul nuovo IPhone parlante e pensante che proprio oggi arriva nei negozi Usa. Ma quando il Tg1 ti trova ti inchioda sempre alla sedia, non c’è nulla da fare. Firmata da Leonardo Metalli la rubrica “Media” si apre con una rassegna sparata alla velocità della luce di primi piani di Marco Travaglio. Triste, arrabbiato, sorridente: ma soprattutto citato in tribunale da due persone le cui vicende giudiziare sono state trattate da Marco in uno dei suo libri, “Papi”. E’ quasi inutile dire che il tono dell’estensore è sogghignante. Per fortuna giunge in soccorso l’immediata consapevolezza che ormai, nell’eterno gioco di sovvertimento delle parole e dei loro significati, altro che “Media”: la rubrica avrebbe potuto intitolarsi pure “pizza e fichi” o “fagioli con le cotiche”, il contenuto non sarebbe cambiato. E i media (new o old, non importa) c’entrano come i cavoli a merenda.

Prova ne è che la seconda pagina del telemanufatto è dedicata a un altro tema su cui gli osservatori della comunicazione planetaria si scervellano da mesi: il fatto che “L’osservatore romano” abbia attaccato Umberto Eco (manco fosse la prima volta) definendolo “illeggibile” con tanto di foto di copertina de “Il cimitero di Praga” dove peraltro l’Abate della Piccola e altri prelati non ci fanno una gran figura, detto così, per inciso. Fine della rubrica. Non solo non s’è parlato dell’Iphone pensante e di chissà quali derivati dal silicio è composto, ma solo di altri Metalli poveri.

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