Il consiglio di Stato boccia le ragioni dei residenti: lo scalo low cost in mezzo al centro abitato potrà aumentare i voli e toccare i quattro milioni di passeggeri all'anno. Ma la protesta continua
Ma per il Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso con cui l’Enac chiedeva il rigetto della sospensiva del Tribunale amministrativo regionale, la mancanza della Valutazione di impatto ambientale non pregiudica il rifacimento della pista di atterraggio e le ruspe, quindi, possono tornare regolarmente al lavoro. “A parte il fatto che le ruspe non hanno mai smesso di operare, nemmeno dopo la sospensiva del Tar – commentano oggi, delusi ma non rassegnati, i componenti del Comitato – quella dell’Enac è una vittoria di Pirro”. La battaglia è cominciata qualche anno fa e, a loro dire, è stata “silenziata” dai “potenti” (Aer Tre e Save, appunto) che, invece, hanno continuato a fare la voce grossa per riuscire a portare a termine i lavori. Ciò significa poter incrementare il traffico aereo, oggi fissato dal ministero all’Ambiente in 16 mila e 300 voli all’anno.
L’acceso confronto va avanti. E lo fa nonostante che, da qualche tempo, all’indirizzo del presidente, Dante Nicola Faraon, e di altri membri, abbiano cominciato ad arrivare delle lettere di minaccia e alcune frasi ingiuriose siano nel frattempo comparse sui muri dei loro paesi. “Sono anni – spiega Faraon – che la Save/Aer Tre a Treviso sfora la soglia dei voli consentiti; sono anni che il traffico passeggeri aumenta e nessuno controlla: è ora che anche a Treviso il Tribunale inizi un’indagine conoscitiva per appurare se c’è stata infrazione oppure no. Quanto all’annullamento della sospensiva, ci sentiamo comunque noi i vincitori morali, dato che il ministero a maggio ha detto chiaramente che, a Treviso, i voli anche con la nuova pista non potranno aumentare. E questo indipendentemente dal responso del Tar, previsto per il 19 gennaio prossimo”. Vale a dire al termine dei lavori di potenziamento della pista.
La tegola del Consiglio di Stato fa comunque male. Al Comitato, tra l’altro, non sono piaciute le affermazioni del presidente della società veneziana, Enrico Marchi, il quale ha sostenuto che “in tanti anni abbiamo fatto bene grandi lavori importanti. Penso che anche stavolta abbiamo fatto ciò che dovevamo in modo appropriato. Il 5 dicembre la messa in sicurezza sarà completata e da questo inverno si potrà atterrare anche con la nebbia”. La replica dei cittadini è chiara: “Noi non abbiamo mai voluto la chiusura definitiva dell’aeroporto, ma abbiamo detto no al potenziamento della struttura e, cosa più importante, abbiamo voluto e vogliamo difendere i diritti della collettività e far rispettare le regole anche ai potenti. Per noi Save ha perso”.
Tuttavia, dopo il via libera del Consiglio di Stato, la strada, per il combattivo Comitato, sembra farsi più tortuosa. La Save, che perdente non si sente affatto, ha già comunicato di voler chiedere all’Enac di aumentare una volta per tutte il numero dei voli e, in definitiva, di far partire quel meccanismo destinato a portare il numero dei passeggeri dagli attuali 2 milioni ai 4 milioni previsti per il 2050. “Ogni milione di passeggeri in più – ha affermato soddisfatto Enrico Marchi – significa, tra diretti e indotto, mille posti di lavoro in più. Save punta su Treviso: abbiamo sempre detto a Ryanair che i voli economici devono restare a Treviso, non passare a Venezia”. Belle parole, buone intenzioni e rosei progetti che il Comitato continua a guardare con sgomento. La salute dei cittadini, dicono, vale molto di più.
di Monica Zornetta