Provo ad andare oltre evitando di commentare quanto di peggio si può dire su un ministro della Repubblica che si permette di esprimersi con una frase del genere, e aggiungo: e se con la cultura provassimo a mangiarci veramente? Se provassimo a considerarla parte integrante del nostro sistema vitale?
Qualcuno lo fa già. Qualche giorno fa, ad esempio, ho avuto il privilegio di presentare una bella rassegna di cui Il Fatto Quotidiano ha raccontato: per l’undicesimo anno, l’intera Bologna ha partecipato in modo corale e intenso alle lettura di libri, saggi, romanzi, stralci memorabili di autori contemporanei o del passato letti per strada, in università, nei caffè, nei luoghi più impensabili. Nella sera conclusiva di “Ad alta voce” ci siamo ritrovati in settecento nella splendida aula magna dell’Università, dove una delle letture più applaudite è stata quella di Valerio Onida: il noto giurista ha letto la Costituzione, e la platea si è commossa.
Ancora più toccante per me è stata la lettura in un’abitazione privata con i volontari di Ausilio per la cultura, un gruppo nato all’interno di Coop Adriatica che porta libri presi in prestito bibliotecario gratuito a disabili e anziani. La foto che vedete nel post l’ho scattata durante una lettura pomeridiana a casa della signora Antonietta.
Altra città, stessa passione per i libri e la cultura. Lo scorso 6 ottobre, a due anni e mezzo dalla tragedia del terremoto aquilano, tutta la Rete ha trasmesso il documentario From Zero: vita nelle tendopoli. Le web tv e i blog con i grandi network editoriali hanno ricordato l’Aquila e messo in moto il bibliobus, un biblioteca itinerante su quattro ruote che distribuisce i libri nei paesi colpiti dal sisma. Nel documentario Nicoletta Bardi, fondatrice del bibliobus, ha dichiarato: “Con il bibliobus abbiamo deciso di trasportare i libri su grandi cassette, come se fossero frutta e verdura”.
Da Bologna all’Aquila, i libri aiutano a vivere meglio nel quotidiano e ci rendono più liberi. Sempre durante “Ad alta voce” Ivano Dionigi, Rettore dell’Università di Bologna e uno dei lettori della manifestazione, ha affermato: “Liber in latino sta per libro ma anche per libero. Così la cultura ci rende uomini liberi”. Anche in questo strambo Paese. Nonostante tutto.