Cronaca

Dalla Val di Susa alla guerriglia di Roma <br/> Ecco il piano organizzato dei violenti

Le prime ricostruzioni degli investigatori parlano di giovanissimi guidati da una regia di anziani e allenati agli socntri durante le violenze in Val di Susa. Lungo il percorso sacchi bianchi con dentro armi

Dagli scontri della Val di Susa alla guerriglia di piazza San Giovanni. A due giorni dalla battaglia di Roma iniziano a delinearsi mappa e movimenti dei violenti che sabato pomeriggio hanno messo sotto assedio la Capitale. Così emerge una prima certezza: gli scontri sono stati preparati e organizzati da una regia adulta. E se gli anziani hanno orchestrato, giovani e giovanissimi sono scesi in strada. Alcuni di loro accettano anche di parlare ai giornalisti. Rilasciano interviste e a Repubblica confessano: “Ci siamo addestrati in Grecia”. E ancora: “Per un anno, una volta al mese siamo andati ad Atene e qui i compagni ci hanno fatto capire che la guerriglia urbana è un’arte dove vince l’organizzazione”. E ancora: “Quelli del movimento sanno perfettamente chi siamo, noi non ci siamo nascosti”.

Citando fonti della Digos e dei Ros, il Corriere della Sera oggi ricostruisce i fatti. A partire da due gruppi presenti a Roma. Obiettivo: da un lato infiltrare il corteo per evitare il suo svolgimento pacifico, dall’altro arrivare in maniera separata in piazza San Giovanni per bloccare i comizi. Sappiamo che così non è andata. I due gruppi, infatti, si sono incontrati prima e da qui è deflagrata la violenza finale.

Dopodiché emerge il particolare decisivo: la guerriglia era preparata da settimane. Di più: gli autori delle violenze sono giovani tra i 17 e i 25 anni che si sono “allenati” in val di Susa durante gli scontri di questa estate. Il sabato di sangue così inizia presto. Alle undici del mattino i black bloc sono già a Roma. Attorno a quell’ora una Fiat 600 viene fermata a Pomezia. A bordo quattro ragazzi. Nel bagagliaio una vera armeria: la polizia stradale trova biglie di ferro, una fionda professionale, maschere anti-gas, caschi. Un’ora dopo il rapporto degli agenti è già sul tavolo della Digos. Si parla di elementi legati all’area anarcoinsurrezionalista.

Che succede quando il corteo si muove? Secondo le ultime informative una parte del blocco nero sta in fondo al corteo, un’altra risale. In totale si stimano cinquecento persone che in piazza San Giovanni diventeranno migliaia. Lungo il percorso ci sono segnali precisi. Tutto è pianificato. Organizzato dagli anziani. Ci sono sacchi bianchi accanto ai pali. Dentro biglie e sassi. Ma anche bombe carta e fionde

Insomma, l’identikit del cosiddetto blocco nero appare ormai chiaro. Non solo centri sociali (come confermato da alcuni appartenenti del torinese Askatasuna), ma anche ultras da stadio e violenti già protagonisti della guerriglia sulle montagne della Tav. Di più: uno su quattro è minorenne. Questo il quadro che emerge dagli arresti di ieri. I dodici ragazzi verranno interrogati entro mercoledì: rischiano al massimo un’accusa di danneggiamento e devastazione. La Procura di Roma esclude di dargli l’aggravante del terrorismo.

Oggi il pm inoltrerà al Gip la richiesta di convalida dei fermi per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale e chiederà l’emissione di ordinanze di custodia in carcere. Ma il carcere potrebbe terminare presto per i dodici, proprio come successe a molti dei 23 teppisti arrestati nell’altra manifestazione del 14 dicembre scorso quando il cuore della capitale fu sconvolto dai Black Bloc. Gli inquirenti romani stanno ora valutando le posizioni dei dodici manifestanti mentre in Questura continua il lavoro per identificare altri teppisti. Un lavoro che va avanti anche grazie al supporto dei cittadini, che stanno inviando alla polizia spontaneamente i propri video amatoriali con cellulari e telecamerine.

E sul web circolano tantissimi filmati amatoriali di cittadini, loro sì indignati, che denunciano gli atti di teppismo. Ma circolano anche video autoprodotti da chi le violenze le ha fatte e ora le rivendica sulla rete. La Digos e la polizia scientifica stanno visionando anche le tantissime immagini delle telecamere in strada e quelle realizzate dagli stessi agenti. Milioni di fotogrammi che potrebbero fornire informazioni preziose per portare ad altri arresti. E si setacciano gli ambienti antagonisti e degli ultras. Altri violenti, dunque, potrebbero avere, le ore contate. E la galassia black bloc che emerge da arrestati e denunciati è inedita, per l’alto numero dei minori e la significativa presenza di donne. Liceali, ragazzini, sono stati loro l’ ‘anima degli scontri, tutti fermati con fumogeni, spranghe e maschere antigas, usate per difendersi dai lacrimogeni e rendersi irriconoscibili. Pronti a muoversi ad un cenno dei capi, più grandi e a volto scoperto, strateghi e mai soldati, ma avvezzi alla guerriglia tanto da far partire blitz devastanti solo con un cenno. Ma tra arrestati e denunciati ci sono anche “esperti della piazza”, con un curriculum penale di tutto rispetto, entrati in azione durante altre manifestazioni e con precedenti specifici: come un ventunenne anarchico di Lecce, studente a Bologna, fermato ieri dalla Digos in via Merulana; un giovane di 22 anni già denunciato per aver preso parte ad un rave in passato, una ragazza romana di 29 anni; un ragazzo di 21 anni di Brindisi, un catanese di 23 anni e un giovane di Trento. I più grandi, esperti di tattica e violenza urbana, e i giovani, armati di rabbia e incoscienza. Una miscela esplosiva che ieri ha incendiato Roma.