Il sindaco di Napoli ed ex pm Luigi De Magistris

E’ slittata al 19 novembre la testimonianza di Luigi de Magistris nell’ambito del processo in corso a Salerno che vede imputati magistrati, politici e professionisti calabresi accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, corruzione e falso ideologico, per avergli scippato nel 2007 le indagini Why Not e Poseidone quando era pm a Catanzaro.

L’attuale sindaco di Napoli si è costituito parte civile e avrebbe dovuto iniziato a deporre la mattina di lunedì 17 ottobre. L’udienza però si è interamente consumata nell’affrontare una questione procedurale sollevata dal pm Rocco Alfano, che ha chiesto e ottenuto dalla prima sezione del Tribunale presieduta dal giudice De Luca di ascoltare de Magistris come testimone assistito dall’avvocato. L’ex europarlamentare di Idv è infatti “imputato di reato collegato a quello per cui si procede”, perché destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio davanti al Gup di Roma insieme al consulente informatico Gioacchino Genchi per la presunta illecita acquisizione dei tabulati di alcuni parlamentari, tra cui Prodi, Mastella e Rutelli, durante le indagini di ‘Why Not’. In teoria il ‘testimone assistito’ potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. “Ma non è mia intenzione, voglio parlare, è nel mio interesse” ha ribadito de Magistris in Tribunale.

Sono sette gli imputati, tra i quali l’ex procuratore generale facente funzioni di Catanzaro Dolcino Favi, il procuratore aggiunto Salvatore Murone, l’imprenditore Antonio Saladino, i parlamentari del Pdl Giancarlo Pittelli e Giuseppe Galati, quest’ultimo nominato il 14 ottobre sottosegretario all’Istruzione poche ore dopo il voto di fiducia al governo Berlusconi. Dal processo è stata stralciata la posizione del procuratore di capo di Catanzaro all’epoca dei fatti, Mariano Lombardi, deceduto pochi mesi fa. Il figlio della sua compagna (sono imputati entrambi) è diventato socio di Pittelli in una società di servizi legali e immobiliari, e avrebbe ottenuto anche incarichi al ministero delle Attività Produttive grazie ai decreti dell’allora sottosegretario Galati, in quel periodo esponente dell’Udc. Galati e Pittella erano entrambi indagati da de Magistris. Secondo l’accusa formulata dalla Procura di Salerno, dietro la sottrazione dei fascicoli sui sprechi e sulle malversazioni dei finanziamenti europei e dei fondi dell’emergenza ambientale calabrese, e sul sistema delle assunzioni clientelari nelle società foraggiate dalla Regione Calabria, c’era un grumo di interessi personali e familiari dei magistrati legati ai politici indagati.

“Questo processo fa riemergere vicende di scottante attualità – commenta de Magistris a margine dell’udienza – in questi giorni ho letto che Arcibaldo Miller si astiene dalle ispezioni ministeriali alla Procura di Napoli perché conosce i magistrati napoletani. Ma conosceva anche me, siamo stati pm insieme a Napoli, eppure nel 2007 non si astenne quando fui sottoposto a ispezione tra la revoca di Poseidone e l’avocazione di Why Not. Un’ispezione scattata subito dopo la perquisizione da me disposta su Luigi Bisignani. All’epoca ero solo, non c’era quella solidarietà che per fortuna oggi accompagna le inchieste di altri magistrati. Il tempo è galantuomo e i fatti mi stanno dando ragione, sono contento di essermi costituito parte civile per fatti molto gravi che hanno sconvolto la mia vita dal punto di vista umano, professionale, morale e istituzionale. Ho molta fiducia nella giustizia e nell’accertamento dei fatti. Io – conclude l’ex pm – la toga l’avrei indossata tutta la vita, ora la tengo dentro di me”.

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