L'inchiesta sui presunti abusi dei calciatori del Bologna dei tagliandi per entrare e parcheggiare nella zona a traffico limitato: mezza squadra iscritta nel registro degli indagati
Di Vaio, accompagnato dai suoi legali, l’avvocato Guido Magnisi e Aldo Savoi Colombis, ha risposto alle domande degli inquirenti in merito soprattutto all’inchiesta sui pass sosta, i cosiddetti T7. Quelli che consentono di accedere e sostare nel centro. Solitamente vengono concessi a chi sta per ottenere la residenza, per un periodo di 90 giorni rinnovabili in attesa della residenza temporanea o definitiva. E la Procura, infatti, avrebbe scoperto l’esistenza di molti permessi T7 falsi in capo a calciatori e parenti, non avendo questi avviato alcuna procedura per la residenza. Questi permessi T7 sono stati rilasciati sistematicamente da un ex dipendente, poi licenziato, della Coopertone a calciatori e parenti senza le pratiche anagrafiche collegate (libretto di circolazione e copia della richiesta di residenza).
Secondo l’avvocato Magnisi “oggi abbiamo dimostrato in maniera candida la totale buona fede di Marco Di Vaio. Si è parlato molto di quale poteva essere il suo livello di conoscenza”. Mette le mani avanti l’avvocato e rispetto al filone dei pass per invalidi, su cui sono registrate le targhe di alcuni giocatori, Magnisi è convinto che “la truffa sia verso la caduta”. Gli inquirenti hanno, infatti, ipotizzato a suo carico il falso ideologico in atto pubblico commesso da un privato, reiterato più volte e la truffa continuata ai danni del Comune, per le 45 multe annullate. Analogo provvedimento inviato a Marilena Molinari, la disabile titolare del permesso handicap a cui sono associate le targhe dei giocatori e tuttofare del Bologna Fc. I due, secondo l’accusa, per far togliere le multe a Di Vaio avrebbero attestato il falso a un pubblico ufficiale. Il capitano rossoblu avrebbe cioè firmato insieme alla disabile una dichiarazione per ogni multa in cui si sosteneva che aveva accompagnato la Molinari in giro per commissioni.
Ma l’avvocato Guido Magnisi ha dichiarato che “nulla è stato firmato, se non moduli per l’annullamento delle multe, firmati sul cofano di una macchina, di sera e al buio. Peraltro non compilati nella motivazione”. Insomma, secondo i suoi legali, Marco Di Vaio sarebbe stato inconsapevole di quegli annullamenti e delle motivazioni.
Il capitano rossoblu si sente comunque tranquillo: “abbiamo chiarito tutto, è andata bene, sono più sereno”. Poi con un sorriso pensa alla partita vinta dai suoi ieri pomeriggio, “abbiamo vinto dopo tanto tempo. Se cade la truffa e si vince va benissimo”.
Due settimane fa in procura si sono presentati, anche, altri quattro calciatori: Daniele Portanova, Emiliano Viviano, Massimo Mutarelli e Archimede Morleo, che hanno risposto alle domande dei magistrati in merito all’inchiesta dei falsi permessi per parcheggiare in centro in cui risultano indagati.
Anche i quattro, accompagnati dall’avvocato Gabriele Bordoni, hanno rivendicato “in maniera coerente – afferma il legale – la più ampia buona fede. Credo che abbiano reso dichiarazioni trasparenti, chiare ed esaurienti. Risposte logiche, coerenti e più che credibili”. E spera che “oggi per loro si possa concludere questa indagine”. Per i calciatori, infatti, quei permessi erano del tutto regolari. Si sarebbero affidati alla tuttofare del Bologna Fc, Marilena Molinari (anche se non è una dipendente dei rossoblu) che si occupava di tutto, e confidando nella sua buona fede non si sono curati di verificare i permessi per entrare e parcheggiare nel centro della città.
In tutto sono circa venti gli indagati. Dodici calciatori per uso di atto falso: Marco Di Vaio, Gaby Mudingay, Vangelis Moras, Andrea Esposito, Gabriele Paonessa, Nicola Mingazzini, Vlado Smit, Martins Bolzan Adailton, Daniele Portanova, Emiliano Viviano, Massimo Mutarelli e Archimede Morleo. Tra gli altri indagati ci sono anche alcune mogli e compagne degli sportivi e Gianluca Garetti (ex impiegato della Coopertone).
Qualcuno dei quattro calciatori aveva anche citato il nome di Stefano Pedrelli, l’ex dg del Bologna, che avrebbe indirizzato i rossoblu proprio verso Marilena. Quello che comunque non è chiaro è il motivo per cui i calciatori, seppure avessero la possibilità di ottenere la residenza abitando in centro, si fossero affidati a Marilena Molinari. “È come avere un biglietto gratis allo stadio e scavalcare per entrare”, ha detto Viviano riferendosi alla sua possibilità di ottenere la residenza. “Saremo stupidi, ma non fino a questo punto”.
Insomma, dopo queste audizioni da parte della magistratura, i calciatori sembrerebbero voler esprimere un concetto semplice, cercando di togliersi di dosso le colpe contestate: superficiali sì, ma sempre in buona fede.