Meno romanzi, più notizie! Siamo grati a Ferruccio de Bortoli per avere strigliato i numerosi redattori che all’umile lavoro del cronista preferiscono la letteratura (e vogliono pure la recensione). Ma non sono soltanto i giornali a dover “recuperare efficienza”. Proprio sul Corriere, lunedì scorso, Milena Gabanelli tirava una sacrosanta mazzata ai corrotti e agli ignavi del Pd. Non risparmiando il senatore Carofiglio, ex sostituto procuratore di Bari e apprezzato giallista. L’ottimo Gianrico, accusa la conduttrice di Report, «dedica molto tempo alla scrittura e alla promozione dei suoi romanzi, un’attività conciliabile con quella parlamentare che “richiede la mia presenza a Roma dal martedì al giovedì sera”, mi ha confidato una volta… Carofiglio è una persona onesta e capace – concede l’inflessibile Milena – ma quale idea ha del mandato che i cittadini consegnano nelle mani del parlamentare? Sappiamo che è uno scrittore di successo, come secondo mestiere fa il senatore, e se le cose dovessero andar male può sempre tornare a fare il magistrato, perché essendosi messo in aspettativa, il suo posto non glielo occupa nessuno. Peccato che il suo carico di lavoro, al momento, se lo devono accollare i colleghi, e se non ce la faranno magari qualcuno non avrà giustizia per intervenuta prescrizione. E’ questo il politico nuovo che vogliamo?» La risposta è già implicita nella domanda.

15 mila euro al mese per tre giorni scarsi di presenza neppure tutte le settimane: altro che Caro, Carissimofiglio, dovrebbe chiamarsi! Certo, il povero (si fa per dire) Gianrico mai si sarebbe aspettato un colpo così basso, proprio alla vigilia dell’uscita del nuovo libro, Il silenzio dell’onda (Rizzoli) per giunta sul quotidiano del suo editore. Ha rimediato, dalle pagine di Sette, Camilla Baresani, con una simpatetica intervista che descrive un Carofiglio pimpante, appena rientrato da un improbo tour americano (cocktail con Scott Turow e Martin Cruz Smith, mentre in Parlamento si discuteva la manovra), e preoccupato, più che per il lancio, per la pancia: due chili di troppo, a forza di junk food. Sull’impegno politico, una sola domanda: come fa a sopportare ore di interventi torrenziali dei colleghi senatori? Semplice: accende l’iPad, e mentre gli altri cliccano i siti delle escort, lui va avanti col romanzo. Meno male che de Bortoli non è presidente del Senato.

da Saturno del 14 ottobre 2011

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