Le misure cautelari era già state respinte dal gip Anna Magelli perché gli episodi oggetto d’indagine risalivano “agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004″ e quindi era scattata la prescrizione
Le esigenze cautelari per i due indagati, non sussistono più nemmeno secondo i pm della procura brianzola, perché gli indagati si sono presentati “spontaneamente” per l’interrogatorio (Penati il 9 ottobre e Vimercati il 14 ottobre) “senza limitarsi a generici dinieghi di responsabilità ma fornendo una propria articolata ricostruzione dei fatti”, indicando “persone” e producendo anche dei documenti “a sostegno delle rispettive versioni”.
Versioni sulle quali ora sono in corso accertamenti. In più, la sospensione o autosospensione dagli incarichi ricoperti e il lasso di tempo trascorso tra il deposito dell’appello al Riesame e l’udienza per discuterlo fissata per venerdì prossimo “consentono di escludere in generale il rischio di reiterazione del reato e quello di pericolo di inquinamento istruttorio”.
Penati e Vimercati sono accusati di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, nell’inchiesta sul presunto sistema di tangenti. Sistema per cui l’inchiesta va avanti anche su altri fronti come quello che riguarda l’affaire Milano-Serravalle e su Fare Metropoli, l’associazione che sarebbe stata fondata dall’ex sindaco di Sesto San Giovanni, con lo scopo di raccogliere i finanziamenti per la sua campagna elettorale. Le indagini sul giro di tangenti per la riqualificazione dell’ex area Falck hanno finora portato in carcere l’ex assessore sestese Pasqualino Di Leva e l’architetto Marco Magni lo scorso 25 agosto.