Attilio Fontana è stato rieletto alla presidenza dell’Anci Lombardia, per acclamazione. Il sindaco di Varese, uno dei leghisti più vicini al ministro Roberto Maroni, si era dimesso a settembre in risposta al diktat di via Bellerio che aveva messo il silenziatore agli amministratori leghisti che in quelle settimane erano scesi in piazza contro i tagli del governo agli enti locali.
Il maroniano Fontana aveva obbedito alla richiesta dei vertici e accettato il bavaglio, pur mantenendo le proprie riserve sulle misure anticrisi del Governo. Oggi, di fatto, ritorna sui suoi passi, riprendendosi il ruolo di presidente regionale dell’associazione dei comuni e rivendicandone l’autonomia.
Nel suo intervento all’assemblea di questa mattina, Fontana ha spiegato le ragioni alla base della sua scelta, dichiarandosi disponibile a continuare nella sua funzione fino alla naturale scadenza dei mandati, nel 2014. L’assemblea ha accolto la proposta del primo cittadino di Varese, assegnandogli nuovamente il pieno mandato. In un documento approvato all’unanimità sono stati menzionati gli importanti risultati raggiunti in questi anni dall’associazione e l’autorevolezza conseguita a livello istituzionale e nei confronti dell’opinione pubblica: “Autorevolezza – si legge nel documento di Anci – che è il prodotto di una gestione collegiale delle decisioni, unitaria e improntata alla forte autonomia, condizioni irrinunciabili per rendere più forti le ragioni dei Comuni”.
Sui prossimi passi da compiere l’associazione dei comuni ha spiegato che: “Si impegnerà da subito nel confronto con il governo all’interno della commissione paritetica interistituzionale, in cui dovrà essere riaffermata con forza la pari dignità dei Comuni rispetto agli altri livelli della Repubblica. In particolare si riaffermerà la dignità dei piccoli Comuni, colpiti da norme improvvisate, che invece di perseguire obiettivi di efficienza e salvaguardia dell’autonomia attraverso percorsi razionali di gestione associata, rischiano di produrre risultati opposti”.
Inevitabile una lettura politica dell’intervento di Attilio Fontana. Il sindaco leghista di Varese è uno dei nomi eccellenti inclusi nella fantomatica lista di proscrizione che sarebbe stata stilata dalla neo nominata segreteria provinciale. Alla luce di quanto successo al congresso provinciale leghista di domenica scorsa e dell’aria di profonda rottura che tira all’interno del Carroccio, le sue parole suonano come un’ulteriore conferma della situazione estremamente turbolenta che si sta vivendo all’interno del partito di Umberto Bossi: “L’autonomia dell’associazione – ha ribadito Fontana nel ringraziare i delegati alla fine dei lavori – sarà il principale riferimento che ci dovrà guidare. Solo così potremo tutelare l’autonomia dei Comuni e i diritti dei nostri cittadini. Credo in Anci e credo nei sindaci, sono orgoglioso del lavoro fatto insieme finora. La nostra azione continuerà senza condizionamenti, ora più che mai sono convinto che se vogliamo salvare questo Paese, dobbiamo ripartire proprio dai Comuni”. Attilio Fontana poi puntualizza: “Quando c’è stata una richiesta di adeguarmi al mandato del partito io ho ritenuto di rimettere il mio mandato all’assemblea, oggi quel fatto è stato superato e sono maturate le condizioni per continuare il mio lavoro. E se dovesse ripresentarsi il problema valuteremo di volta in volta”. Insomma, non è detto che al prossimo fax di partito i sindaci leghisti rispondono con un garibaldino “obbedisco”.