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Il leader degli Indignados all’Unesco:<br/>“Non saremo un tea party all’americana”

Adrés Villena Oliver, uno dei rappresentanti di punta del movimento "15 de Mayo", promuove la protesta pacifica e commenta gli scontri di Roma: "Non vorrei si perdesse il vero significato di ciò che abbiamo fatto"

Andrés Villena Oliver, uno dei leader degli Indignados

“La manifestazione del 15 di ottobre è stato un grande risultato”. Ha esordito così al 7th Unesco World Youth Forum, Adrés Villena Oliver, uno dei leader del Movimento “15 de mayo” o come li conosciamo ormai tutti gli “indignados” spagnoli. Andrés è un economista, un giornalista ed un attivista e anche se a Parigi è stato chiamato per parlare come leader, lui si presenta come uno dei partecipanti, uno dei sostenitori di quel movimento nato in Spagna qualche mese fa e ora diffuso in tutto il mondo.

“So bene”, ha aggiunto Andrés, “che in alcuni casi, come in Italia, ci sono stati scontri, ma sinceramente non vorrei che si perdesse il vero significato del movimento, che non si dimenticassero tutte quelle persone che sono scese in piazza per manifestare pacificamente”. Andrés a Parigi è arrivato come ospite d’onore e davanti ad una platea di delegati under 24 ha dovuto spiegare la sua idea di cambiamento, quella che il movimento “indignados” di cui fa parte sta cercando di promuovere da un po’ di tempo. Sul palco al suo fianco, Irina Bokova, Direttore Generale dell’Unesco, uno dei simboli istituzionali di un mondo diplomatico che apparentemente è molto lontano da quella democrazia reale di cui parla lo stesso Andrés.

“Ritengo importante essere qui oggi”, ha aggiunto Villena, “perché credo che nel movimento stia mancando un po’ di umiltà. Non dobbiamo dimenticare che se non dialoghiamo con le istituzioni, rischiamo di trasformarci in un “tea party” all’americana e di fare il gioco dei mercati finanziari. E questa non è la nostra intenzione. Le istituzioni esistono, sono importanti e vogliamo dialogare con loro cercando di promuovere al tempo stesso forme alternative di partecipazione”. Ad esempio in Spagna, subito dopo la prima manifestazione del 15 maggio scorso, Andrés ha creato insieme ad altri una Commissione di educazione economica, perché si potesse spiegare alle persone, ai singoli cittadini che cos’è la crisi economica e cosa implica concretamente. “La vera rivoluzione” ha affermato dal palco dell’Unesco Andrés, “è l’essere consapevoli di quello che sta succedendo, è la conoscenza prima di tutto. Uno dei rischi più grandi riguarda l’informazione quando questa viene gestita da piccole élites. L’informazione è potere ed è controllata da quelle stesse persone che controllano economia e mercati”.

Andrés non è solo un attivista, ma anche un dottorando in economia ed un giornalista per la testata “Publico”, legge di geopolitica ed economia, studia perché crede, dice, che solo quella conoscenza permetterà al movimento di crescere e di dare speranza di concretezza a tutte le persone scese in piazza. “Ho detto che quello che è successo sabato in Italia, come in Spagna, come in tanti altri paesi del mondo è davvero incredibile”, ha concluso Andrés, “perché ha significato la globalizzazione della protesta. Si è cominciato a Tokyo per finire a New York e questo è indiscutibilmente un bellissimo risultato”. Fare rete e spiegare il movimento: era questo l’intento di Andrés Villena, arrivato all’Unesco tra delegazioni e rappresentanti diplomatici, perché in questo contesto globale, a rimanere fissa e immutabile è sempre e solo la politica. E gli indignados di tutto il mondo non sono più decisi ad accettarlo.

di Martina Castigliani