Quei cinque voli privati, offerti gratuitamente dalla Rothkopf aviation, pubblicamente ammessi la scorsa estate dallo staff di Massimo D’Alema, mentre divampava lo scandalo per le tangenti pagate dal proprietario della compagnia di volo Viscardo Paganelli, hanno finito per mettere nei guai il leader del Pd.

La procura di Roma lo ha iscritto sull’elenco degli indagati per il reato di “finanziamento illecito ai partiti” e una quindicina di giorni fa i pm Ielo e Cascini lo hanno interrogato alla presenza dell’avvocato Gianluca Luongo. La notizia si è però diffusa soltanto ieri sera. Lo ammette lo stesso avvocato Luongo: “Sono ormai diversi giorni che abbiamo incontrato i magistrati e abbiamo fornito loro ogni chiarimento sulla vicenda dei voli”. In Procura si parla di atto dovuto, vediamo perché.

La vicenda riporta da un lato a Franco Pronzato, ex consigliere di Enac e responsabile nazionale per il trasporto aereo del Pd, arrestato lo scorso luglio per frode e corruzione proprio nell’ambito dell’inchiesta sui voli gratuiti della Rotkopf (che in tal modo era riuscita ad accaparrarsi l’esclusiva sulla rotta Firenze-Pisa- Elba), dall’altro a Vincenzo Morichini, l’uomo al quale Paganelli avrebbe pagato le tangenti. E se Pronzato è da sempre molto vicino al segretario del Pd Pierluigi Bersani, Morichini è il fundraiser dell’Associazione Italiani Europei, consulente e lobbista, ex dirigente di Ina-Assitalia ma anche amico personale di Massimo D’Alema, tanto da condividere con lui fino a poco tempo fa la barca Ikarus.

Ecco proprio Morichini avrebbe fatto da mediatore tra la compagnia aerea e l’Enac, in quel momento rappresentata proprio da Pronzato. Ma D’Alema ai magistrati ha detto di non essere a conoscenza di tali retroscena e neppure del fatto che stava volando gratuitamente, riteneva infatti che quei viaggi gli fossero offerti dall’amico Morichini. E in qualche modo ciò risponde a verità, fatto salvo che Morichini aveva messo quei viaggi nel pacchetto dell’accordo “triangolare” intercorso tra lui, Paganelli e Pronzato. Un accordo che comprendeva il versamento di 200 mila euro di “contributi”, utilizzati per varie iniziative politiche, in cambio della raccomandazione che aveva consentito alla Rothkopf di accaparrarsi l’esclusiva sulle linee aeree in Toscana. Morichini, precedentemente interrogato, aveva scagionato D’Alema, assumendo interamente su di sé queste iniziative. Ma alcuni punti andavano chiariti, l’interrogatorio di D’Alema si era reso necessario, inevitabile la sua iscrizione come indagato. “Il presidente ha dato prova della totale buonafede, non c’è stato alcun dolo da parte sua”, spiega l’avvocato Luongo.

A rincarare la dose la scorsa estate era stato invece Paganelli che ha insistito nel fatto che “nessuno aveva mai viaggiato gratis sui suoi aerei come dimostra la contabilità aziendale”. Finito in carcere per qualche mese con il figlio Riccardo a causa di un “pizzino”, scovato nei suoi uffici durante una perquisizione, contenente una lista di nomi e cifre, l’imprenditore aveva deciso di vuotare il sacco rivelando chi si nascondeva dietro quegli appunti piuttosto criptici . Un contributo da 20 mila euro era andato alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che l’aveva utilizzato per organizzare Umbria Jazz, altri 15 mila all’ europarlamentare Roberto Gualtieri, che si era poi detto esterrefatto non conoscendo la provenienza di quel contributo.

Pronzato, rimasto in carcere quasi tre mesi, aveva finito per ammettere di aver ricevuto da Morichini 20 mila euro per agevolare la Rothkopf, altri 20 mila li avrebbe invece intascati lui stesso, l’unico a trattare la parte economica con i proprietari della compagnia di volo. Tangenti che Morichini si ostina a chiamare “contributi che utilizzava per finanziare iniziative politiche del Pd”, non sempre però in modo conforme alle norme sulla trasparenza del finanziamento ai partiti. Niente da dire sui 15 mila euro che i Paganelli avrebbero versato all’Associazione Italiani europei, regolarmente contabilizzate, meno chiare altre operazioni. L’ex presidente di Assitalia non ha avuto difficoltà ad ammettere che il suo ruolo era quello di raccogliere donazioni cui seguivano agevolazioni e favori, neppure ha negato di aver girato parte dei soldi della cosiddetta “tangente Enac” a Pronzato, sotto forma di regalo di Natale.

Tra i punti da chiarire, prima che la vicenda di D’Alema in qualche modo si concluda, è ricostruire in che modo si legano passaggi di denaro e favori. Sia la Marini che Gualtieri si mostrarono indignati dichiarando (forse a ragione) di non sapere neppure chi fossero i Paganelli. Potrebbe essere andata in questo modo anche per quei maledetti cinque voli, valore effettivo non più di 6mila euro, che D’Alema assicura di non sapere che fossero gratuiti. Ma qualcuno ha mai chiesto a Morichini da quale parte arrivassero e in cambio di che tante donazioni?

dal Fatto Quotidiano del 21 ottobre 2011

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