La notizia della morte del Rais è arrivata dal Cnt, ma nel centro-destra prevale la prudenza: il ministro della Difesa Ignazio La Russa dice che "la notizia non è ancora ufficializzata dalla Nato. Direi che al 99% è confermata", mentre il presidente del Consiglio si dice pronto ad attivare "una linea diretta con Misurata"
In Libia la gente è scesa in strada per festeggiare la notizia della cattura di Gheddafi, in Italia è iniziato il valzer delle dichiarazioni politiche. Il primo a parlare, quando è arrivata la certezza della morte del colonnello, è stato Silvio Berlusconi, durante la riunione del gruppo del Pdl a Montecitorio: “Ora la guerra è finita, sic transit gloria mundi”. Se Berlusconi non ha usato parole di solidarietà verso l’ex amico, ci ha pensato l’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio: “La fine di Gheddafi, morto combattendo nel ridotto dei suoi ultimi fedeli, è indubbiamente una fine gloriosa. Gli va riconosciuto cavallerescamente “l’onore delle armi”. Borghezio riconosce a Gheddafi di essere “un grande leader, un vero rivoluzionario non confondibile con i nuovi dirigenti libici portati al potere dalle baionette della Nato e dalle multinazionali del petrolio. Onore, quindi, al templare di Allah”. Per il leader del Carroccio Umberto Bossi, questa è l’occasione di “mandare i clandestini libici a casa”.
La conferma della notizia è arrivata dal Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) poco dopo le 14, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa era in diretta televisiva su Sky, che prima “non conferma e né smentisce”, pochi minuti dopo parla di un annuncio vero “al 70%”, per poi ritrattare e dire: “La notizia non è ancora ufficializzata dalla Nato, che si riserva qualche accertamento ulteriore, ma direi che al 99% è confermata”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini usa il condizionale: “L’uscita di scena di Gheddafi sarebbe una grande vittoria del popolo libico, la Libia sarebbe definitivamente liberata, si potrebbe costituire quel Governo libico che tutti attendiamo per andare verso elezioni democratiche”. Secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano oggi “si chiude una drammatica pagina. C’è da augurarsi che si costruisca un paese nuovo, libero e unito”.
Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, affida alla sua pagina Facebook il commento dell’evento:”La fine di Gheddafi chiude un regime durato 42 anni e che ha soffocato il popolo libico. Oggi la Libia riprende a vivere e ci auguriamo che il governo di transizione porti nel Paese la democrazia e la libertà. L’Italia – aggiunge Bocchino – avrebbe dovuto e potuto fare di più in campo internazionale, ma questo governo ha preferito salvaguardare i rapporti personali del premier con Gheddafi piuttosto che occuparsi dei tanti libici che hanno perso la vita per difendere il loro popolo e combattere la dittatura”. Il presidente dell’Udc Pier Ferdinando Casini è convinto che “la scomparsa del rais non potrà cancellare le sofferenze che ha inflitto a migliaia e migliaia di libici” e aggiunge: “Consiglio maggiore prudenza nei commenti, soprattutto a chi, in vita, lo ha ossequiato con poco senso della misura”. Mentre Marco Pannella (Radicali) dice: “Mi addolora il fatto che Gheddafi non possa più deporre all’Aja per un processo internazionale, per rendere al mondo i suoi diritti di verità e di conoscenza”.