Il direttore Romano Montroni gongola sfornando una stima di aficionados (90% di fanciulle) attorno alle mille persone. Roba da fare andare in tilt la stazione dei treni e che ha stipato all’inverosimile la bomboniera Coop in pieno centro città, sospendendo l’attività mangereccia dei rinomati ristoranti Slow Food ai piani superiori.
Così il tempio della lettura, che con un filo di orgoglio rivendica un certo impegno nella ricerca di saggi e romanzi di qualità, è stato travolto da un fenomeno para televisivo oltretutto piuttosto stagionato.
Non del tutto inaspettato, il bagno di folla per Volo rispecchia un tam tam consolidato di avide lettrici che seguono con costanza e devozione il conduttore tv, finito a fare l’attore con alterne fortune e infine approdato al filone romanzesco con Mondadori.
Il suo primo libello, Esco a fare due passi, risale a dieci anni fa. E già all’epoca fece il botto consolidandosi in pochi mesi oltre le 300mila copie vendute. Un vero best seller all’italiana, a cui hanno fatto seguito altri quattro titoli con pazzeschi risultati di vendita: E’ una vita che ti aspetto e Un posto nel mondo rispettivamente 650mila e 800mila; Il giorno in più oltre il milione di copie e Il tempo che vorrei con altrettanti risultati a crescere.
Con Le prime luci del mattino però si è scatenato l’inferno: un attesa che nemmeno per Harry Potter, una folla che nemmeno per Roberto Saviano. Per un libro uscito il 14 ottobre e che in cinque giorni ha già macinato record di vendite di decine di migliaia di copie e chi si appresta a battere ogni record precedente.
Ieri sera ci sono volute ore per attenuare il flusso di richiedenti autografo. Con un Volo pimpante, baffetti e brillantina alla Clark Gable a discettare di questi personaggi semplici semplici, che solo lui sa raccontare con tanta indefinibile leggerezza. Tutti tizi o tizie che dopo una vita buttata un po’ alle ortiche, mica tanto nella droga o nell’alcolismo, quanto in una conformista grigia vita da comuni impiegati, si accorgono che bastava un nulla per essere felici.
(d.t.)