La maggioranza in Regione non riesce più a fare quadrato attorno all'organismo che promuove la cultura emiliano romagnola nel mondo e che gli costa un milione di euro all'anno. Anche gli storici alleati dell'Idv prendono le distanze: "In un momento come questo troviamo difficile comprendere l'importanza e l'utilità della Consulta".
Questa volta, a dare il via alla polemica è stata la proposta di Gian Guido Naldi, uno dei consiglieri regionali membri della Consulta e capogruppo di Sel Verdi, di pagare di tasca propria parte della prossima missione a Johannesburg, in Sudafrica. “Visto che so quanto quest’argomento sia oggetto di critiche – ha spiegato il consigliere di Sel – sono pronto a considerare la trasferta come un arricchimento personale e dunque a coprire le spese del biglietto aereo”. Iniziativa che ha ricevuto subito una pioggia di critiche, tanto da convincere il consigliere di Sel a rinunciare del tutto al viaggio. Pur senza mettere in discussione la validità dell’organismo: “È uno strumento importante di promozione culturale ed economica.”
Il dietrofront però non è bastato a evitare di riaccendere la discussione intorno alla Consulta. L’opposizione è pronta a dare battaglia a colpi di progetti di legge. A partire da Silvia Noè, capogruppo dell’Udc, che ha fatto sapere di averne già in tasca uno per abrogare o sospendere l’attività dell’organismo guidato da Silvia Bartolini. “In tempi di ristrettezze economiche come quelli che stiamo vivendo – ha commentato Noè – sarebbe meglio investire quei soldi in altro modo. I contatti con gli emiliano romagnoli all’estero si possono tenere anche a costo zero”.
Corre sullo stesso binario il Carroccio che, raccogliendo l’esempio dell’Udc, ha intenzione di mettersi al lavoro per stendere un testo che elimini il problema alla radice. “Abroghiamola – ha proposto il consigliere leghista Manes Bernardini, aggiungendo un commento poco benevolo sulla proposta di Naldi – è stata una sceneggiata. Se è convinto della missione, allora i soldi li deve mettere la Regione. Altrimenti equivale ad ammettere che si tratta di fondi spesi male”. Tesi sposata anche dal Movimento 5 Stelle, da sempre fortemente critico nei confronti dell’organismo: “Continuiamo a dire che non ci sono soldi, però manteniamo in vita questo carrozzone”
E a fianco dell’opposizione si è schierata l’Italia dei Valori. “In un momento come questo trovo difficile comprendere l’importanza e l’utilità della Consulta – ha commentato Liana Barbati, capogruppo dell’Idv in Regione – Le missioni di rappresentanza potrebbero essere gestite dalla presidenza o dalla giunta, risparmiando così i costi di gestione”. Il partito di Di Pietro apre quindi alla proposta dell’Udc, staccandosi dal fronte Pd-Sel: “Non mi esprimo su un testo che ancora non ho visto – ha aggiunto Barbati – ma sicuramente siamo disposti a prendere in considerazione un progetto di legge per l’abolizione”.
Istituita con una legge regionale nel 2006 e composta da 53 persone, la Consulta si riunisce due volte l’anno, con il compito di promuovere attività e progetti che contribuiscano a tenere in vita la cultura locale tra le comunità di emiliano romagnoli residenti all’estero. Per questo, tra le diverse voci di spesa, compaiono master, borse di studio, scambi culturali, eventi e manifestazioni in Italia e all’estero. Anche se, finora, a pesare di più sul bilancio è stato il funzionamento stesso della Consulta. Tra gettoni di presenza, indennità ai componenti, e pagamento delle spese di viaggio a persone estranee alla regione, solo nel 2007 sono stati spesi oltre 320mila euro. E 280mila nei due anni successivi. In tutto oltre 890mila euro dei 3 milioni tirati fuori complessivamente dalla Regione in tre anni.