Grande evento domani a Roma, all’Animal Social Club. Stiamo parlando del live di Addison Groove e del dj set di Jakes: l’appuntamento è importante perché non capita spesso, di questi tempi, di vedere rompere certi schemi del mercato culturale nostrano. Il mediocre che incassa, insomma. Addison Groove e Jakes, per chi non lo sapesse, sono un’avanguardia del clubbing internazionale: “Sarà uno show coi contro sample in una location che farebbe invidia a qualsiasi club di New York o Berlino – dicono gli organizzatori – roba che, a suon di Roland TR 808, farà sgroovare la pista”. A parte il linguaggio freak di chi è giovane e può permetterselo, i due campioni viaggiano su etichette che stanno segnando la storia dell’ elettronica (Swamp 81, Loehfa, 3024 di Martyn e Techtonic di Pinch). Addison Groove è il più grande talento della Juke inglese (le origini del Juke si perdono in una disputa tra l’Inghilterra e Chicago: per gli inglesi, è una copia americana dello Uk Garage; per gli americani è erede della ghetto house e della booty music). Il set di Jakes invece, artista amatissimo anche da Skream e dai Crookers, noto per aver fondato la famosa HENCH crew, da cui è nata anche l’omonima etichetta musicale, promette i livelli della dubstep d’Oltremanica.
A Napoli invece puntiamo su tre artiste donne: Pippa Bacca, Pina Inferrera e Luisa Mazza. Dopo il dj set dello scorso 7 ottobre che, con “Only Women”, ha inaugurato la mostra (aperta fino al 4 novembre), resta un alone sinistro: si ripercorre l’esperienza espressiva e concettuale di Pippa Bacca, scomparsa durante la performance “Spose in viaggio” con cui doveva attraversare in autostop undici paesi protagonisti di conflitti armati. Durante il viaggio l’artista indossava l’abito da sposa come simbolica affermazione di la pace, ma fu violentata e assassinata a Gebze (Turchia). Emozionante anche la location, l’ex-fabbrica Lanificio 25.
Infine, di nuovo Roma: Nina Rosenblum, candidata all’Oscar nel 1992 e riconosciuta negli Stati Uniti tra i più impegnati autori del documentario d’inchiesta, sarà la protagonista di una serie di incontri, seminari e proiezioni che, fino al 3 novembre, abiteranno la Casa del Cinema. A cura di Manuela Fugenzi e in collaborazione con Officine Fotografiche e l’Università degli studi Roma Tre, la manifestazione vanta la proiezione di documentari che hanno avuto grandissimo impatto sull’opinione pubblica americana (da quello sull’unità sperimentale femminile di massima sicurezza del carcere federale di Lexington sostenuta da Amnesty International, con la voce narrante di Susan Saradon, ai racconti sul ruolo e il trattamento riservato ai soldati afroamericani della Seconda Guerra Mondiale – Nomination all’Academy Award per la sezione Feature Documentary 1992 – o sui cowboys afroamericani nella conquista del West, fino al documentario su Rikers Island, il più grande penitenziario degli Stati Uniti).