La segreteria del sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha indetto uno sciopero nazionale di otto ore. Maurizio Landini invita Sergio Marchionne a presentare il piano Fabbrica Italia, mentre Susanna Camusso chiede al governo di dimettersi. Nella Capitale, un mini corteo pacifico e non autorizzato ha raggiunto la sede dell'evento, dove si erano già riuniti i lavoratori di Fiat e Fincantieri
Nei giorni scorsi la questura di Roma, dopo un lungo tira e molla, aveva concesso al sindacato dei metalmeccanici della Cgil solo il permesso di fare un sit-in ma non di muoversi in corteo: la decisione era arrivata dopo gli scontri del 15 ottobre e l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno che ha vietato per un mese cortei nel centro storico della città.
Nella giornata dello sciopero nazionale di otto ore, che ha raccolto un’adesione dell’11% negli stabilimenti Fiat e Industriale (secondo il Lingotto), oltre un migliaio di lavoratori sono arrivati in piazza del Popolo per il sit-in della Fiom. Secondo il sindacato i numeri sono maggiori: Francesca Redavid, responsabile dell’organizzazione “valuta che nella piazza ci siano dodici mila persone”. In piazza è stato allestito un palco, da cui campeggia lo striscione “Democrazia, contrasto, lavoro, no a chiusure e licenziamenti”. Una serie di interventi dei lavoratori, precederanno quello del leader del sindacato Landini. Intanto dal luogo della manifestazione, ha parlato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, invitando il governo a dimettersi: “Il messaggio che inviamo al governo è che è necessario risolvere il problema del lavoro. Non si esce da questa situazione di crisi se non si danno prospettive ai lavoratori, ai grandi insediamenti industriali e all’unità tra nord e sud sul piano del lavoro”. Il segretario Cgil è stato anche fischiato da un gruppo di una ventina di manifestanti.
Dal palco Landini sottolinea la necessità di investire in ricerca e innovazione: “Dalla crisi non si esce se non c’è un nuovo intervento pubblico nell’economia”. Il segretario Fiom ha portato in piazza oggi sia gli operai di Fiat, che quelli di Fincantieri: tratto comune, la necessità di investire “in nuovi prodotti” e “nella mobilità sostenibile”. La manifestazione si è chiusa con una polemica con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che questa mattina aveva detto: “Roma è una città ferita. Non andava fatta un’altra manifestazione da parte di chi ha partecipato alla protesta di sabato. Teniamo conto che la Fiom ha aderito a quella manifestazione”. Parole che secondo Landini “sono offensive nei confronti delle 300mila persone che erano in Piazza San Giovanni democraticamente e che hanno subito atti di violenza”.