Dopo il no di mezzo Pd non poteva mancare l'intervento del sottosegretario alla presidenza del consiglio: "Non si tratta di discriminazione, vogliono arrivare al matrimonio. E questo è vietato dalla Costituzione"
“L’articolo 3 della Costituzione – ha spiegato Giovanardi – pone tutti sullo stesso piano ed è giustissimo. Io continuo a dire che le persone, qualunque orientamento sessuale abbiano debbano essere trattate in maniera uguale, debbano avere pari diritti sul luogo di lavoro, senza nessuna discriminazione. Questa battaglia – ha aggiunto, riferendosi alla Consulta bolognese – è di una minoranza del mondo gay, che non rappresenta la maggioranza dei gay e trasforma tutto in una battaglia ideologica”. Non si tratta, per Giovanardi, di una battaglia come quella “per la non discriminazione”. Ma di una simile a quelle, per esempio, “sull’accesso al matrimonio che diventa una battaglia ideologica, perché bisognerebbe cambiare la Costituzione”.
Il sottosegretario ha raccontato infine, di aver sentito, qualche giorno fa, “una proposta intelligente da parte dei notai italiani: hanno detto di essere a disposizione – ha proseguito – per i problemi successori, collegati a persone che vivono assieme”. Problemi che “possono benissimo essere risolti attraverso contratti privatistici senza imbarcarsi in questa battaglia che mi sembra ideologica”.