Nel nostro radical way of life dobbiamo ricomprenderle non per giustificarle ma per raggiungere una sintesi migliore, più realistica della nostra visione etica troppo intellettualizzata del mondo. Dovremo farlo per forza se non per scelta. Alle nostre frontiere, anche culturali, premono visioni del mondo diverse, impellenti, più ferine e meno contraddittorie della nostra. Dovremmo essere capaci di difendere la nostra visione solidale dell’umanità anche di fronte ai nostri paradossi esistenziali. Il nostro benessere ha campato per decenni su questa violenza alle periferie dell’impero. Lo facciamo anche oggi sperando di brindare a petrolio per la fine del tiranno. Se sappiamo questo non abbiamo neanche bisogno di vedere quelle immagini in modo morboso, da guardoni. “Non adatto ad un pubblico sensibile”, la frase che si trova in testa a questi filmati di horror globale. Dovrebbe essere sostituita da “non adatto a un pubblico normale”. Un pubblico che ha presente il valore della vita e della morte non ha bisogno di compiacersi di questa esotica truculenza.