“Arabo-musulmana o modernista, la rivoluzione tunisina del 14 gennaio andrà avanti”. A parlare così è Mustafa Ben Jaafar, leader di Ettakatol, il partito, aderente all’Internazionale socialista, dato fra i favoriti nelle prime elezioni libere della Tunisia, quelle che decideranno la composizione dell’Assemblea costituente. Chi rischia di fare il pieno dei consensi è però la formazione islamica moderata Nnahda, che venerdì ha festeggiato la chiusura della campagna elettorale nel quartiere periferico di Tunisi Ben Arous. Dall’altra parte della città, nel quartiere residenziale di Menzah, il Polo democratico modernista, secondo i sondaggi la terza forza politica della Tunisia che verrà, ha raccolto i suoi sostenitori con una versione ballabile di Bella Ciao. Di Cosimo Caridi e Paolo Hutter

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