A mezzanotte è partita la zona rossa e durerà fino alle sette di lunedì mattina. Chiuse le strade, bloccati i sentieri. Un’ordinanza del prefetto di Torino vieta a chiunque di avvicinarsi all’area della Maddalena di Chiomonte, il cantiere del tunnel “esplorativo” per la futuribile linea Tav Torino-Lione. Non sarà facile, dunque, raggiungere domani le reti di recinzione per tagliarle, obiettivo dichiarato della manifestazione indetta dal coordinamento dei Comitati No Tav da circa venti giorni. L’assemblea di giovedì sera, terminata a tarda ora, ha optato per una giornata sostanzialmente pacifica: “Tutti a volto scoperto, senza oggetti che possano essere scambiati per armi”, dichiara Alberto Perino, il più mediatico dei leader del movimento. Altri confermano la stessa linea: “L’indicazione è tentare di raggiungere le recinzioni attraverso i sentieri nei boschi e di tornare indietro non appena si incontra un poliziotto”.
La Questura di Torino, intanto, tende la mano come può, invitando i manifestanti a “predisporre ogni misura organizzativa idonea a favorire il regolare svolgimento della manifestazione, favorendo canali costruttivi di dialogo con i responsabili del servizio d’ordine e sicurezza pubblica funzionali alla pacifica riuscita dell’iniziativa”. Già questa mattina gruppi di No Tav si sono radunati nei pressi della baita Clarea. La polizia ha identificato i presenti, invitando loro ad allontanarsi per evitare di incorrere in una violazione dell’ordinanza prefettizia. Non sembra esserci eccessiva tensione, ma nel pomeriggio la scena potrebbe ripetersi: sono infatti previsti sopralluoghi da parte dei Comitati e “passeggiate esplorative”. Nel cielo della Valle, intanto, volano senza sosta elicotteri dei carabinieri.
L’impressione è che domani possa essere una giornata senza incidenti. L’intento pacifico espresso nell’assemblea di Villardora è evidente, ma – com’è ovvio – nessuna delle marce No Tav dell’estate appena trascorsa (e poi degenerate in scontri violenti con le forze dell’ordine) hanno mai avuto intenzioni dichiaratamente bellicose. Ma è difficile credere che tutti accettino di restare fermi al campo sportivo di Giaglione, l’unica area formalmente autorizzata dal Prefetto di Torino.