In sintonia con la sua proverbiale astuzia si è dunque scoperto che il vice-conte vaticano Massimo D’Alema, leader indiscusso della sinistra volante & elegante, lo scorso autunno, si sia tolto lo sfizio di 5 voli privati Roma-Bari-Lamezia per la modica cifra di 6 mila euro che né lui, né altri si ricordarono di saldare. A meno che non ritenesse, in cuor suo, di averla ampiamente compensata, durante il tempo dei voli, offrendo gratuitamente – ai suoi fortunati compagni di viaggio della Compagnia Low Cost Rotkopf – la sua prodigiosa dialettica, quando spiegava alla torre di controllo le procedure per il decollo, al pilota la rotta e al barman di crociera le dosi del Bellini.
Tuttavia ora che un magistrato gliene chiede conto, D’Alema salda senza fiatare, com’è d’uso tra nobiluomini quando si tratta di debiti di gioco, perché in fondo giocattoli d’azzardo sono gli aeroplani privati e la politica pubblica.
Guai a chi mette in dubbio la sua buona fede sventolando la calunnia del finanziamento illecito. Gli resta il furore per i 1.200 talleri sborsati per ogni volo. Sta cercando di ricordarsi il nome di quell’idiota che gli aveva pur detto: nessun problema, Max, tanto voliamo Low Cost.
(Foto Lapresse)
Il Fatto Quotidiano, 23 ottobre 2011