Le prime ore delle elezioni – si vota dalle 8 alle 20 ora italiana – sono andate benissimo. Lunghe code ai seggi di chi si era registrato al voto, dove a mezzogiorno ora locale si è superato il 30 e si sfiora a volte il 40% di gente che ha già votato. Più difficile da valutare – e sicuramente più bassa – la partecipazione tra i non registrati ad agosto, che erano circa il 45% degli aventi diritto e che comunque possono partecipare se votano attorno alla loro residenza ufficiale.
Raccogliamo dichiarazioni addirittura poetiche: “Non è più la Tunisia di ieri, e questa è la dimostrazione che bisogna investire sul popolo, è il popolo che resta sono i Ben Alì e i Gheddafi ad andarsene” ci dice un informatico 28enne, di nessun partito. “Sto facendo coda da due ore per accompagnare mio marito poi lui la farà con me forse per altre due in un altro seggio, ma ne farei anche quindici per la mia nuova Tunisia” dice Rachida, incinta al settimo mese.
Anche se c’erano le (fasulle) votazioni del regime – l’ultima del 2009 – oggi la stragrande maggioranza dichiara di votare per la prima volta. Immagini tipo di queste elezioni sono il dito tinto di inchiostro per l’impronta digitale e le molte bandierine nazionali sventolate da chi è in coda. Ad occhio c’è meno di una donna ogni due elettori ma ce ne sono parecchie, più di una su tre. Le impressioni dirette che raccogliamo nel centro di Tunisi vengono confermate sia da chi ha visto i quartieri residenziali che i quartieri popolari. Da Sidi Buzid il sociologo italiano Fabio Merone, che assiste la missione degli osservatori italiani, conferma che è una festa. Le rivalità politiche sembrano messe tra parentesi dalla soddisfazione del momento. Non si sentono neanche più lamentele sulla enorme quantità di sigle, nonostante la scheda lenzuolo che contiene, in media, 80 simboli. I seggi saranno assegnati nelle 25 circoscrizioni, non si prevedono exit poll ma i partiti assicurano che a notte avranno già un’idea dei risultati.
(Aggiornamento delle ore 13.30)
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Eccoci, siamo al 23 ottobre. Un limpido sole e primi episodi simpatici raccolti dai giornalisti mattinieri, come l’uh-uh di un gruppo di donne di Ben Arous all’apertura dei seggi. A 10 mesi dalla cacciati di Ben Ali è cominciata sotto buoni auspici una giornata chiave. Le prime elezioni vuol dire proprio la prima volta per la maggior parte della gente, che non andava ai fasulli appuntamenti elettorali di Ben Alì.
Anche qui a Tunisi, ancora ieri sera, morbosamente tornavano sugli schermi delle tv nei bar (dopo Barcellona-Siviglia, seguitissima) le immagini del Gheddafi martoriato. Ma è qui che il mondo arabo, e la Storia con la S maiuscola, stanno producendo immagini semplici e positive del popolo contento di provare il gioco democratico.
Possono andare a votare anche quelli (oltre il 45% dei maggiorenni) che non si sono registrati. Basta che vadano nel luogo di residenza segnato sui loro documenti. Tra osservatori ufficiali del voto e giornalisti siamo tantissimi in giro oggi.
Aspettiamo con rispetto e curiosità. Tra un black bloc e una clip splatter da Sirte dateci un occhio anche voi, stiamo in contatto.
Vi proponiamo intanto uno sguardo a eloquenti immagini di come si è chiusa venerdì la campagna.
Le puntate precedenti del Diario dalla Tunisia
Si va al voto dopo Ben Alì
Tunisia al voto: quando le domande le fanno a noi
Da Tunisi: emozioni alterne sulla fine di Gheddafi
Tunisia: la fierezza di chi vota per la prima volta
Le donne alle elezioni di Tunisi
Chi ha informazioni dirette usi, se può, lo spazio dei commenti. Oppure mi scriva a:paolohutter@gmail.com