Il primo bilancio ufficiale parla di 200 morti e oltre mille feriti, ma secondo le istituzioni della zona colpita le vittime potrebbero essere almeno cinque volte tanto. Coinvolta una famiglia italiana di origini toscane: casa inagibile, ma nessuna conseguenza fisica
Almeno 200 morti e oltre mille feriti: è questo il primo bilancio ufficiale del forte sisma (pari al grado di 7,5 della scala Richter) che ieri ha colpito il sud-est della Turchia. La stima delle vittime, però, è destinato a salire. Sarebbero centinaia, del resto, le persone ancora sepolte sotto le macerie delle case crollate, circostanza che, a sentire le istituzioni della regione interessata dal terremoto, potrebbe portare il bilancio finale a superare il migliaio di morti. Secondo l’istituto sismologico turco, invece, ci potrebbero essere tra i 500 e i mille morti. L’epicentro è stato individuato nel villaggio di Tabanli. Nella zona provinciale orientale turca a 19 chilometri nord-est di Van capoluogo dell’omonima provincia nei pressi del confine con l’Iran, a una profondità di 7 chilometri. Secondo l’Istituto geologico turco, la scossa si è registrata alle 13.41 ora locale (le 12.41 in Italia, ndr). ”Ci sono molti morti e feriti. Parecchie case sono distrutte”. Dichiara alla televisione turca Ntv il sindaco della cittadina di Ercis “Abbiamo urgente bisogno di aiuto, di medici, non abbiamo ambulanze e abbiamo un solo ospedale”. 50 per ora i cadaveri estratti solo ad Ercis e un centinaio sarebbero i feriti, stando solo ad un bilancio provvisorio.
La scossa principale è avvenuta poco dopo le 13.30 locali con un epicentro localizzato a 17 chilometri di Van, città di quasi 380 mila abitanti. Il panico della gente è stato accresciuto da oltre 70 scosse di assestamento, di cui due di magnitudo 5.6 nell’arco di un’ora e una da 5,1 ancora in serata, seguita da una da 6,1 nella notte; poi altre tre da 4.8, 4.3 e 4.2. Il vicepremier turco Besir Atalay ha riferito che il sisma ha abbattuto circa dieci edifici a Van e tra i 25 e i 30 nella vicina di Ercis, dove però giornalisti hanno contato un’ottantina di palazzi e case distrutte. Da Istanbul, l’Istituto sismologico “Kandilli” ha stimato in mille gli edifici danneggiati. Fra gli edifici crollati nella provincia di Van c’è anche una “casa dello studente”: lo riferisce l’agenzia turca Anadolu citando il vicepremier Besir Atalay. Tutta la zona – secondo le agenzie di stampa – è al momento senza elettricità e anche le linee telefoniche sono interrotte.
Molti edifici sono crollati e le scosse di assestamento si succedono con frequenza. Si scava con le mani per recuperare le persone intrappolate sotto le macerie. Non si riesce a stabilire ancora quante siano le vittime, si parla di almeno 50 morti nell’ospedale di Van, ma è un bilancio destinato ad aumentare. Il terremoto è stato avvertito fra l’altro a Diyarbakir, Sirnak, Siirt, Batman e Mardin. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan si sta recando nelle aree colpite dal terremoto. La Mezzaluna rossa turca, l’equivalente islamico della Croce rossa, sta inviando tende, coperte e altri aiuti.
Intanto l’ambasciata d’Italia ad Ankara, fa sapere che sta bene l’unica famiglia italiana di Pisa che risulta residente a Van. Secondo quanto si è appreso, erano appena usciti da un edificio poi crollato: “Siamo stati miracolati”, avrebbero riferito ad alcuni frati armeni intervenuti sul posto. Il loro appartamento è inagibile e hanno trovato alloggio in un albergo della zona: i tre (padre, madre e figlia) fuggendo in auto hanno visto palazzi crollare. Offerte di aiuto sono subito giunte fra l’altro da Nato, Cina, Giappone, Usa (il presidente Obama ha detto di seguire l’evento “con grande preoccupazione”) e anche da Israele nonostante la crisi diplomatico-militare che la contrappone ad Ankara. Il presidente turco Abdullah Gul ha però declinato l’offerta del collega israeliano Shimon Peres (e si dice anche tutte le altre), mentre il ministero degli esteri ha precisato di non avere fatto ancora nessuna richiesta di assistenza internazionale. La Turchia, attraversata da pericolosissime faglie, era già stata colpita nel 1999 due terremoti uccisero più di 20 mila persone nel nord-ovest e la provincia di Van aveva patito per un terremoto che nel novembre 1976 causo più di 5mila vittime. Si esclude che possano essere coinvolti altri italiani dato che il lago di Van, noto per i suoi unici gatti nuotatori, è meta di un turismo solo di nicchia. Nella confinante provincia di Hakkari, poco più a sud, è poi in corso da quattro giorni l’operazione di terra delle Forze armate turche contro i terroristi curdi del Pkk.