Prima le risate, poi il tentativo di recuperare: ieri Nicolas Sarkozy e Angela Merkel si erano lanciati uno sguardo d’imbarazzo alla domanda di una cronista francese su Silvio Berlusconi, un istante di silenzio che aveva prima gelato e poi fatto sorridere l’auditorio. Subito la Merkel aveva cercato di rimediare assicurando che “Berlusconi è il nostro interlocutore”, seguita oggi dalla dichiarazione di fonti governative tedesche secondo cui “le allusioni italiane sul sorriso scambiato ieri in conferenza stampa tra Merkel e Sarkozy sono basate su un equivoco”. La spiegazione dei tedeschi è semplice: i due leader erano solo incerti su “chi dovesse rispondere prima alla domanda”. Stessa linea seguita dall’Eliseo, i cui membri hanno parlato meno dei colleghi tedeschi, ma si sono allineati alle loro posizioni parlando di “un malinteso”. In Germania il portavoce del governo (Seibert) ha aggiunto:”Francia e Germania considerano l’Italia un paese economicamente molto forte, un importante membro Ue e uno dei nostri partner più stretti. Un paese dalle prestazioni economiche molto alte ma che ha, tuttavia, un alto debito” (pari al 120% del Pil, ndr).
L’Italia si è riscoperta unita nel rispedire al mittente le risate ironiche franco-tedesche: Berlusconi ha detto che “nessuno può darci lezioni” perché nessuno nell’Unione europea può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei”. Più diplomatico il ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Sarkozy? Meglio che stia zitto, fino a quando sono ministro…”. “Ieri sera mi sono irritato, prima di tutto, e mi sono anche sentito umiliato ingiustamente” ha commentato l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, mentre il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha espresso “forte preoccupazione” per la situazione italiana anche alla luce del Consiglio Ue di ieri.