Tra cinema, letteratura, danza e performance teatrali il Gender Bender compie nove anni. Al centro della otto giorni di kermesse, l'immaginario contemporaneo nella rappresentazione del corpo femminile. Il direttore Del Pozzo: "Qui a Bologna dove nell'82 nacque il Cassero, la cultura sulle diverse identità di genere viaggia più avanti e veloce della politica".
“Abbiamo chiesto più volte il contributo al ministero italiano, ma ce lo hanno ripetutamente negato”, afferma il direttore artistico del Gender Bender, Daniele Del Pozzo, “invece dal governo spagnolo è arrivato il contributo per pagare trasferta ed esibizione di Equilibrio, del coreografo spagnolo Daniel Abreu, che altrimenti non avremmo potuto proporre”.
Lo spettacolo di Abreu, tre danzatrici sul palco per tre racconti sull’interiorità al femminile, è uno delle decine di appuntamenti che dal 29 ottobre al 5 novembre faranno parte di un’edizione del Gender Bender ancor più ricca degli anni passati non tanto per quantità di proposte, quanto per l’eterogeneità dei campi artistici di provenienza.
Cinema, teatro, videoinstallazione, letteratura, musica e fotografia per una rassegna che porta in Italia opere e artisti contemporanei provenienti da Canada, Australia, Filippine, Giappone, Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Grecia, Portogallo. Segno che Gender Bender cavalca l’evolversi della proposta artistica attuale senza compartimenti stagni da vecchio Novecento, ma con una tinta di futurista rimescolamento quasi come fossimo in una qualsiasi galleria d’arte e performance di Berlino.
E se Bologna diventa capitale europea della cultura Lgbt per almeno una settimana, non sono dello stesso avviso gli amministratori della politica in città che non più di tre giorni fa si sono azzuffati (il Pd a fare la parte del censore assieme ai cattolici presenti tra maggioranza e minoranza del consiglio comunale, n.d.r.) per l’inserimento di alcune associazioni gay nella Consulta della Famiglia del Comune di Bologna. “Sembra che in città la cultura viaggi più avanti e velocemente rispetto alla politica”, continua Del Pozzo, “e il segnale di forte deterioramento c’è e si vede. Anche se rimane il fatto che le istituzioni locali, dal Comune fino alla Regione, continuano a sostenerci finanziariamente e che siamo riusciti nel tempo a sostenere il festival al 50% come Arcigay il Cassero”.
Così se da un lato in città vengono messi in discussione i diritti civili di convivenza tra persone dello stesso sesso che in altri paesi come Spagna, Germania, Olanda e paesi nordici, sono dibattito masticato e digerito senza nemmeno troppa fatica già nel secolo scorso; dall’altro lato durante il Gender Bender 2011 potremo seguire il film di Nadia dalle Vedove e Lucia Stano, Il lupo in calzoncini corti (3 novembre alle 20.30, cinema Lumiere) dove al centro del discorso vengono poste due storie intime di famiglie omogenitoriali italiane, alle quali lo stato non riconosce alcun diritto. Sullo stesso tasto batte Hallo Daddy! il libro di Claudio Rossi Marcelli edito da Mondadori (presentato al Cassero, sabato 5 novembre alle 18) storia di Claudio e Manlio, coppia gay desiderosa di avere un figlio che si rivolge ad una clinica statunitense per poi tornare in Italia con due gemelline scoprendo una società più aperta di quanto immaginassero.
E sempre per rimanere sulla falsariga delle “differenze portatrici di ricchezza” che il festival propone come un mantra, il ricco cartellone di anteprime cinematografiche nazionali prevede almeno un titolo una spanna sopra gli altri: Les Amours Imaginaires del canadese Xavier Dolan, passato al 63esimo Festival di Cannes, racconto contemporaneo dove il terzo incomodo nell’amicizia tra un ragazzo e una ragazza è un altro ragazzo, immediatamente oggetto del desiderio per entrambi.
Altro momento esclusivo del Gender è il progetto monografico dedicato a Marta Dall’Angelo, poliedrica artista che si interroga sul rapporto tra il corpo femminile e i codici sociali. Un evento suddiviso in quattro sessioni tutti nello spazio del Nosadella.due: la mostra Joint; la performance Antologia delle posizioni (in cui la Dall’Angelo racconta l’immaginario codificato del corpo di donna raccolto nel tempo da giornali, libri, manuali e riviste); la presentazione del Manuale della figura umana; la performance di danza Troca.
I corpi di donna sembrano così essere l’icona dominante del Gender Bender 2011. Si veda l’affascinante effige-locandina da eroina romantica dell’ Ottocento, simbolo della celebrazione che gli organizzatori del Gender Bender dedicano ai 150 anni dell’Unità d’Italia, sguardo alla Frida Kahlo, posa navigata da donna di mondo sull’Italia che (non) avanza. O la presentazione del libro Volevo essere una farfalla dove la filosofa Michela Marzano (alla libreria Ambasciatori domenica prossima alle 17.30) mette a nudo la sua personale sfida con l’anoressia. Senza dimenticare, per la legge del contrappasso, quel bestiario di rara lucidità e cattiveria che è Piccoli Uomini di Lidia Ravera (lunedì 31, ore 18, Ambasciatori), sfilata degli ospiti/corpi magniloquenti dei salotti tv e della politica italiana, rigorosamente al maschile.
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