Il giornalista comunica il cambio di nome della sua nuova trasmissione, ma aggiunge: "In onore di Pasolini e dei suoi comizi d'amore faremo qualcosa". Prima puntata il 3 novembre, in onda sul web e moltissimi canali tv
“La decisione – ha spiegato Santoro – deriva anche dal grande successo ottenuto dal sito di Servizio Pubblico, attivato per raccogliere fondi tra i cittadini. Resta ferma, però, anche la volontà di fare un omaggio a Pasolini, in onore del quale si era inizialmente pensato di intitolare il programma Comizi d’Amore“. L’ex conduttore Rai ha infatti annunciato: “Qualcosa faremo”. Poi è tornato a parlare della tv in Italia, a cominciare dalla Rai. Ha definito “una maledizione” l’ipotesi di non tornare più in Viale Mazzini e ha spiegato: “Ciò che stiamo facendo è anche un atto d’amore nei confronti del servizio pubblico. L’ho detto e lo confermo, io sono della Rai ma non potevo continuare a lavorare contro la volontà del mio editore”. Il giornalista ha ricordato che nella televisione pubblica si trovava “non solo a dover lavorare e fare profitti” ma anche a difendersi “con i miei soldi dalle aggressioni che l’azienda mi faceva, usando i soldi che noi stessi avevamo portato nelle loro casse”. Una situazione che Santoro ha considerato “un paradosso insopportabile” oltre che “uno stress psicologico enorme”.
E sulla situazione della libertà di stampa nel Paese ha detto: “Solo in Italia si considera la politica arbitro dell’informazione. Finché noi giornalisti non ci indigneremo per questo vuol dire che saremo in una condizione di semilibertà”. L’argomento è legato anche al mancato accordo con La7, dove in un primo momento si era pensato che Santoro potesse approdare (fortemente voluto, tra l’altro, anche dal collega e direttore del telegiornale Enrico Mentana): “Era emersa una richiesta di poter sottoporre ogni nostra azione della trasmissione a verifiche del loro ufficio legale. Questo in violazione dei contratti che tutelano l’autonomia dei giornalisti”, ha spiegato l’ex conduttore di Annozero. Parlando dei suoi colleghi della Rai Santoro ha ammesso anche che la sua è una posizione in qualche modo privilegiata: “Io posso permettermi di ribellarmi a condizionamenti che tutti i giornalisti subiscono in Italia. Io mi posso permettere grazie alla mia popolarità e alla mia età di affrontare un’avventura diversa. Io ci provo a forzare una situazione che tutti conoscono, che non ci lascia esprimere liberamente. Lo faccio anche per gli altri, anche coloro che accettano questa situazione”. Quanto a Berlusconi, che ha definito “porno cronisti” quei giornalisti che hanno raccontato le feste a Palazzo Grazioli, ha replicato: “Le intercettazioni sono sputtanamento? Dopo aver visto la Merkel e Sarkozy che sghignazzavano stiamo ancora a parlare di sputtanamenti? Mi sembra che siamo abbastanza sputtanati a livello mondiale”.
Al di là delle ultime incertezze sul programma di Santoro, una cosa è certa: sarà una trasmissione intermediale. La si potrà infatti vedere in diretta sul web (sul nostro sito e su quelli di Repubblica e Corriere della Sera), sul canale 504 di Sky, mentre sul digitale terrestre la diretta sarà ripresa da moltissime televisioni locali in ogni Regione: da Telelombardia ad Antenna Sicilia, dall’altoatesina Rttr alla sarda Tcs, dalla veneta Antenna3 a Telecapri, dalla pugliese Telenorba a Videocalabria, alla ligure Primocanale. E poi ancora le piemontesi Telecupole e Videogruppo, la friulana Free channel, la toscana Rtv38. In centro Italia il programma sarà trasmesso su Umbria tv, Rete8 e Teleroma. In Emilia Romagna il la diretta andrà su Nuovarete, Telereggio, Telesanterno e Telemodena.