LUGANO – Mentre a livello nazionale l’avanzata della destra è stata contenuta dall’ascesa di Verdi e moderati, nel cantone più vicino all’Italia il partito xenofobo della Lega dei Ticinesi – cugino, per temi e toni, della Lega nostrana – ha fatto il pieno di voti. Il partito è guidato da Giuliano Bignasca, un personaggio finito più volte sotto accusa per la gestione poco trasparente dei propri affari. La Lega dei Ticinesi si è attestata infatti  al 17,54% nel proprio cantone e ha conquistato 2 seggi nel Consiglio Nazionale elvetico, raddoppiando la propria rappresentanza. A Berna vanno Lorenzo Quadri e Roberta Pantani. Nel cantone di lingua italiana cresce dunque il peso del partito xenofobo anti-italiani, così come cresce, a differenza di quanto accaduto nel resto della Confederazione elvetica, il partito di ultradestra Udc (al 9,71% con un seggio), che manda a Berna Pierre Rusconi. Insieme i due partiti sono stati protagonisti nei mesi scorsi di una feroce campagna contro i lavoratori frontalieri, paragonati a topi che rosicchiano il formaggio svizzero. Una campagna che è continuata tra le polemiche, alimentata da un serpeggiante sentimento anti italiano.

“Le elezioni federali non sono come quelle cantonali, e non suscitano il medesimo interesse – ha scritto lo stesso Bignasca sul sito del partito, nel discorso che chiama al voto i ticinesi – è comprensibile, è così da sempre, ma non possiamo mollare adesso! Gran parte dei problemi con cui si trovano confrontati i Ticinesi dipendono infatti da Berna”. E poi giù l’elenco dei problemi del cantone: “Pensiamo alla libera circolazione delle persone e alle sue conseguenze deleterie per il nostro mercato del lavoro”. Qui se la prende con i frontalieri, vecchio cruccio del Nano (questo il suo soprannome), che gli era già valso il successo alle elezioni cantonali: “Non solo nel nostro Cantone ci troviamo con 52mila frontalieri in continuo aumento soprattutto nel settore terziario dove portano via il lavoro ai ticinesi, ma ci cucchiamo pure l’invasione dei padroncini e dei distaccati: il numero delle notifiche per lavorare in Ticino per un periodo inferiore ai 3 mesi è raddoppiato in pochi anni”. Per non dire dello “smantellamento dei controlli doganali”, della “politica migratoria scriteriata”, della trasformazione di “Chiasso nella Lampedusa della Svizzera grazie alla presenza di un centro asilanti che ha reso la città invivibile” e della “scellerata politica di aperture che sta mandando in malora quelle che erano le condizioni quadro che tutti ci invidiavano: sicurezza, occupazione, pace sociale”.

Nel cuore di Bignasca anche il segreto bancario, che a suo dire dovrebbe essere gelosamente custodito: “Pensiamo alla svendita del segreto bancario e quindi della nostra piazza finanziaria, che non è un covo di delinquenti, come vorrebbero far credere socialisti e radikalchic (tutti dipendenti pubblici con i piedi al caldo), ma in Ticino mette a disposizione 15mila posti di lavoro!! Uella, besughi del consiglio federale, è ora di finirla di calare le braghe davanti a Stati falliti”.

Conseguenti le conclusioni contro il governo elvetico: “Secondo i balivi tutto quello che dicono i Ticinesi sono balle! Non è vero che 52mila frontalieri sono una catastrofe, non è vero che c’è un problema di criminalità d’importazione, non è vero che le ditte ticinesi sono discriminate in Italia, non è vero che i cassamalatari ladri ci rapinano, non è vero che chiudere il tunnel autostradale del Gottardo per tre anni ci metterebbe nella palta più profonda! Ticinesi, dobbiamo farci sentire a Berna! E dobbiamo far sentire a Berna la vera voce del Ticino! Per questo è fondamentale che il popolo leghista si mobiliti”.

E il popolo leghista si è mobilitato, centrando il risultato sperato. “Così finalmente, anche nei rapporti con i balivi di Berna – commenta oggi Bignasca alla luce del risultato elettorale -, la musica cambierà, e i balivi in questione sentiranno la voce dei Ticinesi e non quella delle direzioni dei partiti storici che hanno perso completamente il contatto con la gente e che rappresentano ormai solo loro stesse! Le priorità della Lega a Berna sono note: Contingenti per i frontalieri. Frontiere blindate. Stop ad una politica migratoria scriteriata”.

Ma nello stesso tempo dal Canton Ticino arrivano anche notizie confortanti per gli italiani. Accanto alle campagne di Udc e Lega, è nato il gruppo “salvaticino”, che punta a smontare e ridicolizzare le posizioni dei partiti xenofobi, facendo emergere una realtà differente. Particolarmente divertente la canzone che ricalca la melodia di un brano di Alex Britti martellando duro sul “Nano” Bignasca e sul suo partito. Un modo diverso per dire “i ticinesi non sono tutti come lui”.

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