Cultura

Tornano i Negrita: il loro è un “Dannato vivere”

Da domani nei negozi di musica il nuovo lavoro della band aretina: tredici brani ispirati alla musica 'bianca' inglese anni Ottanta. Enrico Salvi, il chitarrista del gruppo: "Avevamo voglia di fare musica diretta e i codici per farla di sicuro sono stati più da musica post punk, new wave ed elettronica"

di Pasquale Rinaldis
La band dei Negrita

Se c’è un segreto che fa dei Negrita una delle band italiane più longeve del rock targato Italia, la risposta sta nelle parole di Pau: “Siamo come Totti… siamo legati alla maglia… siamo nati nei piccoli club, abbiamo iniziato suonando nelle birrerie, nei pub e nei ristoranti, dove capitava, durante il sound check, che il proprietario ci urlasse ‘ragazzi fate piano che c’è gente che mangia’. La verità è che, nonostante i molteplici viaggi e il successo ottenuto, non siamo stati abbagliati da nessuna luce metropolitana e nessun luccichio ci ha mai interessato, siamo sempre noi stessi”.

A tre anni di distanza dal disco di platino HELLdorado, dal 25 ottobre sarà nei negozi Dannato vivere il nono album registrato in studio dai Negrita, composto da 13 brani ispirati alla musica inglese bianca degli anni Ottanta: “Avevamo voglia di fare musica diretta e i codici per farla di sicuro sono stati più da musica post punk, new wave ed elettronica anni ’80, con il loro bel sapore sintetico, i synth piuttosto che gli arpeggiamenti dei sequencer o piuttosto che il Rhythm and Blues, le scale pentatoniche, l’armonica e il delta del Mississippi”, racconta Drigo (Enrico Salvi, il chitarrista della band).

Dannato vivere conferma la loro esigenza di cambiar pelle di frequente e la voglia di sperimentare, ed è grazie a questa mentalità che i Negrita hanno potuto riscrivere le regole del rock nostrano, portandolo al punto di contatto più vicino con le grandi realtà internazionali. “Se penso al primo disco e a quest’ultimo – confessa Drigo ci sono dei pezzi che sono quasi inconfrontabili. Eppure quando li suoniamo dal vivo ci accorgiamo che un filo conduttore c’è”.

D’altronde sono pochi i gruppi che hanno fatto tutti questi cambiamenti: “Prima il blues, poi il rock statunitense, poi l’elettronica, poi dopo il viaggio in Brasile ci inventiamo di infilare influenze brasiliane nelle nostre composizioni”. E se negli ultimi dischi sono stati i luoghi a influenzare il loro cammino e a indicare il percorso, in Dannato vivere sono le esplorazioni sonore, prima solo accennate, ora invece così profonde e reali a ispirarli. “Se non partiamo ogni tanto diventiamo pazzi. Anche questo disco nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti, dove ci trovavamo per un tour durato più d’un mese. E’stato un viaggio importante, non certo però dal punto di vista musicale, visto che la musica americana la conoscevamo già benissimo. Purtroppo abbiamo trovato un’America veramente stagnante. Visitare posti mitici come Nashville e Memphis è stato personalmente desolante. Dopo i momenti d’oro che hanno vissuto, oggi andar in quei luoghi dà la sensazione di vivere una sorta di revival, un po’ come da noi potrebbe succedere con il liscio. In definitiva, è stata un’incursione priva di novità, anche Seattle la città del Grunge, che ha vissuto dei momenti straordinari, tutto sommato non ci è sembrata avere una scena così eccitante”. Ma l’America rimane sempre generosa: “Quello che abbiamo trovato sono gli spunti per i contenuti, per i testi”.

Dannato vivere è un disco bianco a partire dalla copertina, non black come alcuni dischi precedenti o come il loro nome. Pau, il frontman afferma che “se gli ultimi due dischi andavano in una certa direzione, con la bussola puntata verso Sud, questo, invece, si è pappato in un sol boccone tutta la Rosa dei Venti. Dannato vivere è un disco sferico perché riesce a raccattare ispirazione nelle più disparate direzioni, quindi da Nord a Est, da Ovest a Sud. E ha varie profondità e diversi strati. E poi c’è il pop, quel pop che parla alle coscienze, che muove le masse. A noi interessa questo”. Mentre riguardo al titolo dell’album spiega: “Abbiamo scelto di intitolarlo Dannato vivere perché ci sembra che tutti e 13 i brani abbiano qualcosa a che fare con questa espressione verbale. C’è anche un senso positivo nell’espressione, ma forse più nel senso smaccatamente rock. E’ come se dichiarando una negatività si esaltasse la positività. Nonostante la consapevolezza che arrivati ai quaranta, si iniziano a vedere le cose per come stanno realmente. Basta semplicemente affacciarsi per capire che è un girone dell’inferno il mondo in cui viviamo”.

Grazie a Internet, i Negrita hanno un rapporto privilegiato, diretto e senza filtri con i fan, che per una band come la loro sono linfa vitale: “Da qualche giorno abbiamo inaugurato il nuovo sito e il nuovo fan club La stanza dei dottori che è il frutto della frequentazione della Rete che negli ultimi mesi è sempre più assidua. Con i social network oggi è tutto più facile, è possibile comunicare direttamente con chi ti ascolta, chiedere loro pareri e poi è possibile organizzare eventi speciali, secret show, cose che vanno al di là dello show biz”. E l’occasione per incontrare i loro fan dal vivo sarà il Dannato Vivere Arena Tour che li porterà nei più importanti palasport di tutta Italia e che debutterà il 31 gennaio 2012 al Mandela Forum di Firenze. Loro non vedono l’ora di ripartire, figurarsi i fan.

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