Ditemi voi se vi sembra normale. A me no, non mi rassegno.

“A chi perde le primarie un posto di prestigio”, titolava oggi Il Secolo XIX. Un articolo breve, ma significativo. Di come il Pd ancora prima di andare al Governo già prometta poltrone. Dell’approccio con cui affronta le primarie, una prova di potere e clientela più che di democrazia.

Non si tratta di una dichiarazione rubata, ma di un discorso pronunciato alla Fiera di Genova, davanti agli stati maggiori del Pd ligure dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Una frase che colpisce, almeno quanto il silenzio con cui è stata accolta. Come dire, è ovvio. Scontato. Inutile fare le anime candide. Nemmeno uno che abbia alzato il sopracciglio.

Proclama Burlando: “Ognuno scelga chi preferisce tra i candidati in campo (alle primarie per il sindaco di Genova, ndr). Chi perde farà altre cose importanti, molto importanti”. Insomma, pare proprio una promessa di incarichi di governo e sottogoverno. Se non bastasse il Governatore specifica: “Nel 1989 fui eletto dal Congresso segretario del Pci… Gli altri due candidati Francesco Mariani e Claudio Montaldo uscirono sconfitti, ma siamo tutti e tre vivi e attivissimi”. Vero, Burlando lo sa benissimo, visto che Mariani (già socio di Franco Pronzato, l’ex consulente di Burlando, poi dirigente Pd arrestato per le mazzette Enac) divenne dirigente delle Ferrovie quando Burlando era ministro dei Trasporti e oggi guida il porto di Bari. Mentre Montaldo è oggi assessore alla Sanità della Regione Liguria con Burlando. Insomma, chi perde nel Pd ha l’assicurazione sulla vita. I posti si trovano, meglio se in amministrazioni ed enti pubblici.

Un messaggio che pareva chiaramente diretto all’attuale sindaco di Genova, Marta Vincenzi, invisa al potere burlandiano che domina la Liguria e quindi in odore di trombatura: se ti fai da parte senza tante storie, avrai un bel posto di prestigio. Non siamo molto distanti, nell’approccio e nella mentalità, dallo stile usato da Berlusconi con i vari Scilipoti di turno.

Ma non è Burlando il problema, la sua attenzione per gli amici è cosa nota e documentata. Il discorso è molto più ampio e riguarda tutto il Pd che dalla platea ascoltava e applaudiva: qui pare proprio di essere alla promessa di cariche, ancora prima di arrivare al Governo. Non solo: la promessa di poltrone, perché di questo in sostanza pare trattarsi, non è certo esempio della nuova politica di cui tutti sentiamo bisogno. Ancora più stupefacente, però, è che venga da un uomo che occupa un incarico istituzionale. E in fondo emerge un’altra questione: è questa la ben misera idea che il Pd ha delle primarie? Una battaglia in cui tutti vincono, il candidato e anche i trombati che poi saranno ricompensati, magari con incarichi pubblici. Una sfida falsata, i cui partecipanti possono essere blanditi con l’annuncio di altri compiti “molto importanti”.

Una gaffe, verrebbe da dire, se a parlare non fosse stato Burlando, un uomo tutt’altro che stupido e sprovveduto. No, questa è una dichiarazione programmatica. Pronunciata davanti a una platea inerte, quella dei dirigenti Pd, che non si è neanche accorta della sua gravità. Meglio tacere, e aspettare il proprio turno per accaparrarsi una poltrona. Sarà questo il nuovo governo di centrosinistra?

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