“Molto bene. Non c’è stata violenza. Molto bene…” Mi accorgo che ripeto queste parole tra me, mentre torno a casa dal Piemonte. Non sono stato su in Val Susa, ma ho seguito quel che accadeva dalla radio, dagli sms di chi era lì. “Molto bene…”
Mi arrivano email di chi c’era. “I poliziotti dal cavalcavia non hanno pisciato, buttato bottiglie o sassi…”. “Le reti vere non le abbiamo raggiunte, ma quelle simboliche le abbiamo tagliate”. “Ci hanno fatto passare dalla strada principale!”. Sono voci di ragazzi, gente normale, che aveva paura a salire, ma che l’ha fatto col cuore. La difficoltà più grande non erano i manganelli, ieri, ma la pietraia, che se non avevi gli scarponi giusti ti faceva male.
Da quel che mi raccontano è stata una buona giornata. Un ennesimo atto di presenza, di costanza, di perseveranza da parte di chi, da vent’anni, si oppone a un’opera ingiusta, decisa senza consenso, costosa oltremodo, e oltremodo inutile. A casa accendo la televisione e un ragazzo del movimento No Tav, calmo, fermo, sicuro, gela Nicola Porro ricordandogli che è assurdo tagliare i finanziamenti allo stato sociale, agli ospedali, ai servizi di base e poi buttare 20 miliardi per un’opera che non verrà mai alla luce, che non serve a niente. Povero Porro, anche lui ogni tanto si infrange sulla realtà.
Io resto convinto che la via per combattere sia darsi il cambio, da domani, per sempre, tutti seduti sulla strada, non violenti, a testa alta, a viso scoperto, a 500 alla volta, con turni definiti, senza mai muoversi di lì, impedendo di far passare camion o altri, senza compiere alcun reato, ma duri come la roccia. Questo movimento, forse l’unico nella storia del nostro Paese, per quanto difficile potrebbe farcela. Io ci andrei. Come me molti…
Ma anche questa giornata va bene. Gesti di avvicinamento, soprattutto tanta comunicazione, un’immagine splendida di quella gente con lo zaino e le gote rosse, facce pulite di un’Italia che non è ancora morta. Un’idea di questo movimento che fa a cazzotti con quella che gli si vuole attribuire. Soprattutto, infinitamente migliore dei suoi antagonisti, che pure ieri andavano ringraziati per il loro comportamento.
Il Movimento No Tav ce la farà. Ce la faremo tutti, grazie anche a loro. E loro ce la faranno grazie a noi, che non siamo della Val Susa ma sentiamo nostro il confronto politico, di modelli, che la loro battaglia implica. Ce la faremo, ne sono certo. Anche grazie a quello che ho visto ieri.
Molto bene…