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Da Borsellino a Rostagno<br>Il calendario dei “Santi Laici” 2012

Non solo santi sul calendario italiano, perché i 365 giorni dell’anno possono anche essere dedicati ai laici. Uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per il rispetto dei diritti e della giustizia o che sono caduti per mano della criminalità organizzata. Beppe Grillo propone anche per il 2012 il “Calendario dei Santi Laici”, 12 mesi per ricordare chi ha fatto la “Via Crucis” dell’Italia dal dopoguerra ad oggi. Un breviario civile in cui ogni giorno è una preghiera per gli eroi di questo paese.

Il calendario, giunto alla sua sesta edizione, è per la prima volta anche un libro pubblicato da Rizzoli e a questo link è possibile sfogliare e leggere il primo capitolo con tutti i “santi laici” di gennaio. Chi desidera acquistare il Calendario online in formato da tavolo invece, può farlo con un’offerta libera sul sito santilaici.it. Sulla stessa pagina si possono anche recuperare le versioni degli anni scorsi e per chi lo vuole scaricare gratuitamente in pdf basta cliccare qui.

La via Crucis italiana dagli anni Cinquanta ad oggi è fatta di cittadini, magistrati, forze dell’ordine e giornalisti che hanno sacrificato la propria esistenza in nome di un Paese migliore. Ogni città, come ogni più piccolo paese, ha i suoi eroi, vittime cadute per una società più equa e giusta di cui, solitamente, rimane soltanto una targa o la dedica di una via, ma sono troppo spesso dimenticate. Ognuno di questi luoghi fa parte della memoria collettiva e rappresenta un sacrario del senso di patria e della difesa della società civile. I 12 mesi del Calendario dei Santi Laici quindi ci accompagnano in un viaggio che parte “da Piazza della Loggia a Brescia, continua per Piazza Fontana e per il Pac a Milano, prende il treno per la stazione di Bologna, visita la Torre dei Georgofili a Firenze, poi via Fani a Roma e proseguire per Capaci e via D’Amelio a Palermo”.

In qualche modo, leggiamo sulla pagina Facebook dedicata, i Santi Laici “sono il nostro specchio oscuro” perché “ognuno a modo suo, spesso inconsapevole, sempre temerario, ha perso la vita per una idea di Stato che forse esisteva solo nella sua coscienza”. Ogni nome che compare sul calendario, da Giorgiana Masi a Paolo Borsellino, “è un monito all’indifferenza degli italiani che credono, ingenuamente, che stare a guardare li salverà da un futuro in cui la democrazia sarà una parola senza più alcun significato”.

I due contendenti della “guerra civile mai dichiarata” che si combatte da decenni in Italia – ed è tuttora in corso – sono onestà e malaffare, e la battaglia ha prodotto quei nomi ricordati nel Calendario Laico, “da Ninni Cassarrà e Salvatore Vassallo, Peppino Impastato e Antonino Scopelliti, Rosario Livatino e Mauro Rostagno”. Che oggi vivono nella memoria degli onesti.