“Esiste un problema pluralismo al Tg3, lo ammetto…”. A sorpresa il presidente della Rai Paolo Garimberti va all’attacco della terza rete durante l’audizione di oggi pomeriggio in commissione di Vigilanza insieme al direttore generale Lorenza Lei. A provocare Garimberti, il capogruppo del Pdl Alessio Butti che al presidente aveva chiesto: “Ha notato la faziosità del Tg3? C’è o no un problema pluralismo anche lì, oppure salta quel canale quando fa zapping? E’ forse solo una nostra fissa questa del Tg3?”. Per Garimberti il problema esiste, tanto che il giornalista ha raccontato di aver telefonato ieri sera al direttore della testata, Bianca Berlinguer, lamentando “la mancanza di obiettività dei lanci della sera prima”. Garimberti ha successivamente spiegato che il problema è “in termini di distinzione tra opinioni e notizie, ma non in termini di completezza di informazione”.
E pensare che l’audizione era stata convocata per discutere del “caso Minzolini” e innescata dalla lettera di protesta ai vertici Rai e alla commissione del presidente della Camera Gianfranco Fini per un servizio andato in onda sul Tg1 il 13 ottobre nell’edizione delle 13.30 sul rendiconto generale dello Stato e dove secondo lo stesso Fini erano espresse, più o meno apertamente, critiche al proprio operato nel ruolo istituzionale. Se si parla di Rai come servizio pubblico, “allora dovremmo parlare di tutte le testate non dunque solo del Tg1”, ha detto Lorenza Lei. Il direttore generale di viale Mazzini ha sottolineato che “servizio pubblico è pluralismo e pluralista, che non è dire la stessa cosa. Il vero problema di fondo della Rai è riappropriarsi del servizio pubblico, e quindi l’informazione e più in generale del prodotto editoriale”. La Lei ha aggiunto che questa sottolineatura “non è per sfuggire alla situazione specifica (il caso Minzolini, ndr) ma perché spesso quando si affronta lo specifico si trascura il discorso più ampio”. La Rai “sta riscrivendo la Carta dei Doveri perché quella che c’é risale al 1999, e sarà questa il punto di partenza per rappresentare meglio il concetto di pluralismo e di pluralità”.