Il suo nome non esiste nel nuovo Codice Antimafia, ma domani si terrà a Catanzaro il primo convegno nazionale a tema. Trattasi della ‘Ndrangheta, parola che – come ha fatto notare ieri il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso – non compare nello strumento varato dal governo per mettere ordine alle norme contro la criminalità organizzata. “Penso che non si tratti di una volontà politica – ha sottolineato Grasso – ma di un errore materiale di chi non ha controllato il testo poi approvato”. Il nuovo Codice – è la tesi del super procuratore – ha abrogato il decreto, poi convertito in legge, che istituiva l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata. Ma in quel provvedimento il governo aveva inserito una norma che qualificava la ‘Ndrangheta come organizzazione criminale di stampo mafioso, al pari di Camorra e Cosa Nostra.
“Abrogando il testo – ha detto Grasso – il legislatore ha ‘abrogato‘ anche la ‘Ndrangheta”. Per il procuratore i problemi del codice sono altri, innanzitutto la mancanza di chiarezza e certezza interpretativa: “Invece c’è stata una incomprensibile autolimitazione da parte del governo – ha attaccato Grasso – , che ha lasciato fuori dal provvedimento norme di primaria importanza per il contrasto alla mafia”. Norme “fondamentali”, prima fra tutte lo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa, i colloqui a fini investigativi, le leggi sulle vittime della mafia e quelle sugli appalti.
“Ci saremmo aspettati che tutte queste leggi fossero unificate nel codice, ma così non è stato” ha detto il procuratore, che poi ha segnalato una serie di “carenze“, come quelle riguardanti proprio la ‘Ndrangheta e i termini per il decreto di confisca dei beni della criminalità organizzata. I 5 anni previsti per giungere, anche in appello, alla confisca di beni e aziende sono, secondo Grasso, termini “draconiani”: “Ma sono fiducioso – ha concluso il procuratore nazionale antimafia – che si possa arrivare a quelle modifiche normative necessarie. Abbiamo tre anni davanti e dobbiamo cercare di approntare migliorie ad un provvedimento approvato troppo in fretta”.
Nel frattempo, domani si terrà a Catanzaro il primo Congresso nazionale sulla ‘ndrangheta, organizzato dalla sezione catanzarese dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati). “Si approfondirà – hanno spiegano i promotori – la novità rappresentata dall’introduzione del Codice Antimafia, e verranno trattati temi come quelli riguardanti il concorso esterno in associazione mafiosa, politica ed imprenditoria, collaboratori di giustizia e valutazione, iscrizione e segretazione delle fonti di prova, le intercettazioni, i provvedimenti di confisca dei beni, le misure di prevenzione e competenza per territorio”.
Tutto ciò nonostante il codice “non ha apportato particolari novità normative, risolvendosi sostanzialmente in una raccolta della normativa speciale esistente – ha detto il presidente dell’Aiga Antonello Talerico -. Ecco che i profili critici di questo nuovo Testo Unico verranno affrontati nel corso dei lavori congressuali unitamente ad alcuni fondamentali istituti come il concorso esterno nell’associazione mafiosa (ovvero la collusione mafia-politica), la valutazione dei collaboratori di giustizia, le intercettazioni e le misure di prevenzione”.