L’inchiesta P4 si divide e prende due canali processuali. Il primo segue il rito ordinario con il processo immediato per Alfonso Pappa. Il secondo, invece, si ferma all’udienza preliminare dopo che il faccendiere Pierluigi Bisignani ha fattos apere di voler patteggiare. Entrambi, comunque, sono imputati per concussione, corruzione, falso e rivelazione di segreto d’ufficio.
Oggi i legali del faccendiere, ai domiciliari da metà giugno, hanno chiesto ai pm Francesco Curcio ed Henry John Woodcoock di patteggiare la pena per il loro assistito, dopo una trattativa tra legali e magistrati che andava avanti già da qualche giorno. Se Bisignani ha rinunciato a comparire in aula, Papa si è presentato nel tribunale di Napoli: il parlamentare del Pdl è stato fatto sedere accanto ai suoi avvocati e non nella gabbia solitamente riservata ai detenuti. Dimagrito, e con una folta barba, ha mandato baci a moglie e genitori alzando il pollice. E’ in carcere dal 20 luglio scorso, dopo il voto favorevole alla Camera (319 sì contro 293 no). Il deputato non ha rinunciato al suo incarico: solo dopo una sentenza che lo interdica dai pubblici uffici, la Giunta per le Elezioni potrà emettere un provvedimento che ne dichiari la decadenza.
Con la riapertura dei termini processuali, il fascicolo tornerà in istruttoria e sarà il giudice per le indagini preliminari a esprimersi sulla richiesta di patteggiamento di Bisignani. Le strade dei due imputati quindi si dividono, rigettando così la richiesta dei difensori di Papa per riunire le due posizioni: l’udienza del processo sulla presunta associazione segreta P4 è stata rinviata al prossimo 8 novembre solo per il deputato del Pdl.