Nato nel 2010, il festival permette al cinema documentario di riappropriarsi di spazi e canali di comunicazione. “La rete dà l’opportunità di incontrare un pubblico diverso, vasto e variegato – spiega il direttore artistico Fabrizio Grosoli – e può risolvere il problema più grosso degli autori: la visibilità”. Un esperimento e insieme una scommessa. “È uno dei primi concorsi in cui le opere sono fruibili da tutti, gratuitamente”. Una piccola rivoluzione, “perché fino a poco tempo fa il pregiudizio di autori e produttori impediva di pubblicare i documentari integralmente, per paura di non riuscire poi a venderlo. I 10 mila contatti raccolti l’anno scorso dalla nostra piattaforma sono invece la dimostrazione che il web può essere il trampolino di lancio e può servire per la promozione su altri mezzi”.
Trenta i titoli in gara, selezionati tra gli oltre 120 arrivati da tutt’Italia. Il più votato dagli utenti sarà il vincitore del Premio del Pubblico Web 2011, mentre una giuria composta, tra gli altri, da Giuseppe Bertolucci, regista e presidente della Cineteca di Bologna, e da Lorenzo Hendel, responsabile della trasmissione Doc3 in onda sula terza rete della Rai, deciderà a chi assegnare il Premio della Giuria ViaEmiliaDocFest 2011.
Inedite o meno, la gran parte delle opere ha dietro produzioni indipendenti, lontano da nomi altisonanti e grandi budget. “Sono lavori che rischiano di restare invisibili, nonostante la qualità tecnica. Quest’anno il livello generale è abbastanza alto, dimostrazione che il movimento dal basso produce buoni risultati”.
Protagoniste di questa edizione le donne, presenti in tutte le loro sfaccettature in molti dei video in concorso. Ci sono le donne di ieri, come le eroine dimenticate di Indesiderabili, il documentario di Chiara Cremaschi che racconta la l’esperienza delle deportate nel campo francese di Rieucros dal 1939. E quelle di oggi, come le lavoratrici della più grande acciaieria d’Europa, raccontate da Valentina D’Amico in La svolta. Donne contro l’Ilva. O le 101 figlie, mogli e madri, incontrate da Lorenzo Buccella e Vito Robbiani nel viaggio di Sorelle d’Italia.
Ma c’è anche la storia dei profughi palestinesi in fuga da Baghdad, quella della squadra nazionale under 22 di basket in carrozzina, il racconto degli adolescenti della periferia napoletana e quello delle cosiddette “case bianche” di Rogoredo, interamente rivestite di amianto. “L’insieme dei lavori è una fotografia della produzione contemporanea, e mostra chiaramente come oggi gli autori, giovani o già affermati, preferiscano tematiche legate al sociale”.
Per votare online c’è tempo fino al 15 novembre. Il vincitore e i tre finalisti scelti per il riconoscimento della giuria parteciperanno poi alla premiazione in programma dal 25 al 27 novembre a Modena.