“La pressione fiscale salirà dal 42,3% del 2010 al 42,7% nel 2011, e dal 2012 si assesterà su valori intorno al 43,8%, un massimo storico”. Ad annunciarlo è il funzionario generale della Ricerca economica della Banca d’Italia, Daniele Franco, durante l’audizione davanti alle commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera. Un dato così si elevato era stato raggiunto solo nel 1997, quando la pressione fiscale era salita al 43,6% del Pil. Le stime, rileva “non includono gli effetti dell’attuazione della delega fiscale e assistenziale (la clausola di salvaguardia) che determinerebbero maggiori entrate fino allo 0,2% di Pil nel 2012, 1 nel 2013 e 1,2 nel 2014”.

L’istituto di via Nazionale conferma quanto aveva detto ieri Mario Draghi, nel suo ultimo intervento da governatore di Bankitalia: “Come ha detto Draghi, gli interventi contenuti nella lettera inviata dal governo italiano a Bruxelles vadano nella giusta direzione del consolidamento di bilancio e della crescita e vanno ora attuati rapidamente”. Critica invece la posizione di Bankitalia verso i condoni: “Non aiutano a farci uscire da questa situazion di alta evasione fiscale”, dice Franco che poi punta il dito sulla necessità di tornare a crescere: “La crescita economica è in Italia inferiore a quella degli altri paesi dell’Unione europea” e questo viene percepito “come un forte limite alla solidità finanziaria del Paese”. Più in generale “la crescita può essere sostenuta creando un ambiente economico più favorevole all’attività di impresa e all’offerta di lavoro, all’ accumulazione di capitale umano e fisico”. Azioni che vadano in queste direzioni “possono migliorare le aspettative sull’evoluzione dell’economia italiana e ridurre i differenziali di rendimento richiesti sui nostri titoli pubblici”, ha concluso il funzionario della Ricerca economica di Bankitalia. Il coordinatore delle commissioni economiche del Pd della Camera, Francesco Boccia prende spunto dalle stime della Banca d’Italia per dire che “con un prelievo fiscale intorno al 44 per cento è infatti impensabile proseguire nella riforma federalista”.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi al Quirinale Fabrizio Saccomanni, nuovo direttore generale della Banca d’Italia, al quale ha espresso “il più vivo apprezzamento per l’alta competenza e la dedizione con cui ha assolto e continua ad assolvere, nell’interesse pubblico, funzioni direttive del massimo rilievo nella istituzione che è stata e resta, nella sua indipendenza, presidio fondamentale del sistema economico-finanziario italiano”.

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