In merito alle note vicende viscide e laide di Berlusconi con Tarantini e Lavitola, il capo bastone che presiede il governo ha dichiarato che lui non li ha mai aiutati. Ne deduciamo che egli è «puro siccome un angelo papà lo fece monaco di Monza». Eppure le telefonate sono state intercettate su un cellulare con scheda panamense, come fanno i mafiosi che si rispettino.

L’uomo senza decoro, vigliacco e senza dignità scarica la colpa sul maggiordomo che non si chiama Battista come sarebbe d’uopo, ma Alfredo: «Una sera Alfredo si affacciò alla porta del mio studio con un cellulare in mano. “Dottore, mi disse, Lavitola ha chiamato almeno venti volte, vuole rispondergli almeno una volta?”. Ci parlai, ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo».

Costui crede che, dopo Ruby nipote di Mubarak, ci sorbiamo anche Alfredo come cugino del presidente del Panama, Ricardo Martinelli. Ormai è un «vizietto» automatico: lui che è il miglior presidente del mondo, il più incerato del reame, non si assume mai l’ombra di una responsabilità, ma la scarica sempre  sugli altri, arrivando perfino a tirare in ballo il maggiordomo e per giunta «di sera»: roba da trasgressione maxima.

L’Italia è in mano a codesto vigliacco e il Vaticano e la Cei devono sapere che hanno appoggiato un essere vergognoso come costui. Il fango che sta invadendo la Liguria e Roma è crema solare di fronte a questa indegnità, che non è ancora l’ultima.

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