La lettera del governo italiano all’Unione europea spariglia le carte della politica e fa scattare la reazione dei sindacati, uniti come non succedeva da tempo. Mentre, secondo indiscrezioni, nel Pdl circola una lettera che chiede a Silvio Berlusconi di farsi da parte per poter allargare la maggioranza e onorare sul serio gli impegni con Bruxelles, Pier Ferdinando Casini apre a sinistra. Il leader dell’Udc lancia un messaggio a Pd, Sel e Idv: “L’opposizione è al momento della verità. L’Europa deve sapere che c’è un’alternativa seria che non rifiuta la lettera della Bce e che anzi, sa declinarla in modo equo. L’Udc e il Terzo Polo lavoreranno per questo. Gli amici di Vasto (il riferimento è al recente incontro tra Nichi Vendola, Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro, ndr) devono comprenderlo”. E ancora: “Se qualcuno si alza e dice: sono pronto a declinare la lettera della Bce e a discutere il documento delle parti sociali come base per un’alleanza elettorale, sarebbe una grande novità politica”.
L’agenzia Agi, inoltre, riporta l’esistenza di una lettera in discussione tra un gruppo di parlamentari del Pdl che sarebbero pronti a chiedere a Berlusconi di farsi da parte per poi procedere a un allargamento della maggioranza ai vecchi alleati del centrodestra – Udc e Fli – nella convinzione che l’attuale premier non sia in grado di onorare gli impegni anticrisi e pro-crescita presi con i partner europei. Ma per ora l’unico a rivendicare apertamente il testo è il deputato Luciano Sardelli, che non è del Pdl ma un ex “responsabile” già fuori dalla maggioranza. Sardelli annuncia come prossima la nascita di una componente del gruppo misto che apra la strada a un nuovo gruppo del Terzo polo.
Intanto è scontro sull’ipotesi di modificare la disciplina sui licenziamenti contenuta nella lettera inviata dal governo al Consiglio europeo. Le opposizioni e i sindacati sono sul piede di guerra. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani parla di “inaccettabile minaccia”, la Cgil annuncia che reagirà “con forza”, Cisl e Uil promettono che se saranno fatte modifiche senza il consenso delle parti sociali sarà sciopero generale. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si difende: “L’obiettivo e’ assumere, non licenziare”. Poi Silvio Berlusconi interviene in un’intervista al Tg1, difende gli impegni presi a Bruxelles e dice: “La crisi è dell’euro, non dell’Italia”. E sull’ipotesi di un governo tecnico: “Non è la soluzione”.
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21.45 – Maroni: “Le pensioni di anzianità non saranno modificate, sistema in equilibrio fino al 2060”
Il ministro Maroni interviene anche sul tema delle pensioni, oggetto di un braccio di ferro tra Lega e Pdl: le pensioni di anzianità, ha affermato, “non mi pare siano state inserite nelle modifiche da fare per il semplice motivo che non c’era bisogno di modificare un sistema che è in equilibrio almeno fino al 2060, come dice la Commissione europea. Chi verrà dopo di noi si preoccuperà di quello che avverrà dopo”.
21.23 – Maroni: “La lettera è un programma di fine legislatura”
“La lettera contiene un vero e proprio programma, che non è solo il programma degli ultimi mesi di legislatura ma va anche oltre”. E’ il commento del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “La lettera è stata accolta con grande favore dall’Europa, al di là delle previsioni” e adesso “l’impegno è realizzare nei tempi previsti gli impegni che ci siamo presi con l’Europa e con la maggioranza”. Il ministro ha promesso che la Lega farà la sua parte per raggiungere l’obiettivo. E ha precisato che non ci sarà alcun allargamento della maggioranza.
21.12 – Brunetta: “La flessibilità ce la chiede l’Europa”
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha detto che “la proposta sui licenziamenti contenuta nella lettera di intenti italiana all’Europa “è una risposta alle richieste dell’Ue e della Bce”, aggiungendo che “si tratta di una maggiore flessibilità in uscita non per licenziare ma per dare una maggiore flessibilità al mondo del lavoro e per produrre più occupazione”. “L’incipit è l’Europa, noi diciamo sì all’Europa, l’opposizione dice no”, ha dichiarato Brunetta. Il ministro ha anche preannunciato “incontri con i sindacati”. Poi ha fatto anche una previsione: “Quando ci sarà più produzione ci saranno anche salari più alti”
21.01 – Brunetta: “La lettera Ue è stata condivisa da tutti i ministri, anche Tremonti”
“La lettera d’intenti dell’Italia all’Europa è stata firmata dal presidente Silvio Berlusconi e c’è stata la collaborazione di tutti i ministri del Governo, anche del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E’ stata un lavoro collegiale”: lo ha affermato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, parlando alla trasmissione “Otto e 1/2” su La7
20.43 – Marcegaglia: “Ora sforzo comune maggioranza-opposizione, non rispettare gli impegni sarebbe gravissimo”
“Il fatto che Tremonti non abbia firmato la lettera è un problema – ha ammesso la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – ma il governo ha preso un impegno in Europa, e se non lo rispettasse sarebbe un atto gravissimo, con una totale perdita di credibilità per il nostro Paese”. La leader degli industriali ha quindi invitato il governo ad andare avanti e le opposizioni a collaborare: “Invece di scioperare sedersi al tavolo e discutere”
20.26 – Rete imprese, bene la flessibilità del lavoro, ma necessaria una riforma complessiva del welfare
“Il nostro mercato del lavoro ha bisogno di flessibilità in entrata e in uscita”, ha detto il presidente di Rete Imprese Italia Ivan Malavasi, che ha anche auspicato che il cambiamento avvenga “in un quadro di riforma complessiva del nostro sistema di welfare”
20.10 – Berlusconi, “la crisi è dell’euro, non dell’Italia”
Quella in corso non è una crisi provocata dai conti italiani, è una crisi dell’euro, che è una moneta unica, ma senza un governo unico e senza una banca che la garantisca e la sostenga”. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato dal Tg 1. “L’Italia -ha aggiunto il premier – è un Paese solido, abbiamo ereditato dal passato un grande debito pubblico, ma sommando il debito pubblico al risparmio privato, risultiamo secondi soltanto alla Germania in termini di solidità economica
20.02 Berlusconi: “Vogliamo un mercato del lavoro più moderno, le opposizioni siano responsabili”. Governo tecnico? “Non è la soluzione”
Queste le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si difende dalle accuse provenienti da opposizioni e sindacati circa le nuove regole del mercato del lavoro che il governo ha annunciato di voler introdurre nella lettera inviata ieri al Consiglio europeo. “Noi vogliamo soltanto creare un mercato del lavoro più efficiente, più moderno e soprattutto aperto alle donne e ai giovani. ha detto il premier intervistato dal Tg 1. Poi, sulla domanda relativa all’ipotesi di un governo tecnico, Berlusconi ha sorriso e ha detto: “Non credo sia la soluzione”. Poi ha invitato le opposizioni alla responsabilità e a “confrontarsi sul merito” del documento presentato all’Europa, nel quale, ha detto, “sono illustrati impegni seri e tempi certi”
20.00 – Emma Marcegaglia: “Le nuove regole del lavoro sono un passo avanti”
La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia si è detta soddisfatta degli impegni presi dal governo sul fronte della riforma del mercato del lavoro. “Bisogna eliminare tutte le rigidità – ha detto – e introdurre maggiore flessibilità”. Parlando da New York, , dove è volata per ritirare il Gei Award 2011, ha detto che “le decisioni prese dai capi di Stato europei sono fondamentali, perché senza di esse la situazione dell’euro sarebbe diventata davvero pericolosa”. Poi ha aggiunto che “queste decisioni sarebbero potute arrivare già cinque-sei mesi fa”. Secondo la presidente degli industriali “il governo ha preso degli impegni chiari, prevedendo riforme importanti e scadenze precise”. Per la Marcegaglia “si tratta di una chiara road map, e sono sicura che questi impegni saranno portati avanti”. Ciononostante ha auspicato un ruolo forte della Commissione Europea nel controllare il rispetto di questi impegni
19.10 – Casini: “Per le opposizioni è il momento della verità”
“Vogliamo vedere chi ci dice sì alla lettera della Bce: questa sarebbe una grande novità politica”, ha detto il leader dell’Udc Casini che poi parlando dei rapporti con il Pd ha aggiunto: “Bersani sa benissimo quello che penso. Lunedì abbiamo avuto modo parlare parecchio. Sono stato molto chiaro: il mio partito non vuole che una politica degli schieramenti superi la politica dei contenuti. Questo è un punto ineludibile e su questo serve un patto con le parti sociali”. Secondo Casini “non basta dire no a Berlusconi”, ma serve una linea alla quale l’Udc lavorerà “senza fare sconti a nessuno”, per aiutare la “nave Italia a non affondare, anche se cambia il timoniere”
19.07 – Veltroni: “Ormai qualunque cosa venga dal governo guidato da Berlusconi è irricevibile”
“Considero irricevibile, ormai, qualsiasi cosa venga dal Governo Berlusconi. Sono passati ormai oltre quindici anni, senza che nessuna delle cose concitatamente scritte nella lettera a Bruxelles fosse solamente avviata e certamente nessuno di quegli impegni e scadenze potranno essere onorati da una coalizione divisa su tutto, con un Ministro dell’Economia marginalizzato”. Lo ha detto Walter Veltroni, nel corso di una manifestazione per ricordare la figura di Vittorio Foa. “Nell’elenco mandato a Bruxelles – ha proseguito Veltroni – ci sono inoltre cose inaccettabili e sbagliate, come le norme sui licenziamenti e mancano elementari misure di rigore ed equità, come una patrimoniale mentre il Governo non è in grado di definire indispensabili misure per la crescita”. Poi Veltroni ha ribadito che “quelli presi dal Governo sono impegni per prendere tempo, ma il tempo è finito: per il bene dell’Italia considero sempre più urgente che questo Governo così debole e screditato lasci il passo ad un esecutivo di emergenza”.
19.04 – Angeletti, possibile sciopero unitario con Cgil
“Nel caso in cui il governo ci dovesse spingere a prendere sul serio in considerazione uno sciopero generale penso che non ci saranno particolari problemi a farlo tutti assieme”, dice Luigi Angeletti (Uil) sul possibile ricompattamento anche con la Cgil per protestare unitariamente contro i licenziamenti.
18.45 – “Il governo riferirà a Camera e Senato”
Il governo riferirà “sicuramente”sia alla Camera che al Senato sulla lettera inviata alla Ue. Lo dice il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Quanto alle polemiche per la mancanza della firma del ministro Tremonti “non si può dire – spiega – se Tremonti non sia d’accordo perchè le cose contenute nella lettera sono in parte già state fatte e quindi Tremonti ha contribuito a fare e di alcune delle quali è stato principale artefice. Quindi il ministro ha contribuito in maniera significativa”.
18.40 – Obama promuove il vertice Ue
Il presidente Usa Barack Obama promuove “le importanti decisioni dell’Unione Europea che gettano le basi per una soluzione ampia della crisi dell’area euro”. Lo afferma Obama in una nota, sottolineando che gli Stati Uniti “continueranno a sostenere l’Unione Europea e gli alleati europei nei loro sforzi per gestire la crisi”.
18.14 – Casini: “Patto scellerato tra Bossi e Berlusconi”
La lettera di intenti portata in Europa resterà solo un “libro dei sogni” ma “rischia di destare lo scontro sociale” perché “mette i poveri contro i ricchi”. Lo dice il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, secondo cui il documento è il frutto di “un patto scellerato sottoscritto tra Berlusconi e Bossi che in cambio della libertà di licenziamento, non mette mano alle pensioni”.
18.09 – Frattini apre all’opposizione su lettera inviata all’Ue
La lettera inviata alle autorità europee dall’Italia non è “solo una risposta convincente all’Europa – secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini – ma al sistema politico italiano”. E il suo augurio è proprio che “parte dell’opposizione sappia tradurre il documento accettato dall’Europa in una proposta su cui lavorare insieme in Parlamento”. L’apertura è all’Udc, ma anche a parte del Pd.
18.00 – Napolitano: “Fase complessa, garantire stabilità”
“Per chi abbia la missione di garantire la stabilità monetaria e finanziaria in Italia e in Europa, anche al fine di sostenere nuove prospettive di crescita economica e sociale” è una “fase di particolare complessità e difficoltà”. Lo ha detto il presidente Giorgio Napolitano ricevendo al Quirinale Mario Draghi e Ignazio Visco.
17.36 – Scontenti nel Pdl
Dopo il sì dell’Europa a Silvio Berlusconi le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue.
17.19 – Nota congiunta di Cisl, Uil e Ugl
“Cisl, Uil e UGL considerano un grave errore ed una inaccettabile provocazione nei confronti del sindacato l’intenzione del Governo di introdurre una nuova normativa sui licenziamenti. Tale intenzione è ancor più ingiustificata perché non ci risulta sia stata richiesta o concordata con le stesse associazioni imprenditoriali. Se tale provvedimento sui licenziamenti fosse davvero presentato dal Governo si romperebbe la coesione sociale nel nostro paese e si smentirebbe il notevole impegno profuso finora dal Governo e dalle parti sociali per evitare massicci ricorsi ai licenziamenti attraverso la proroga degli ammortizzatori in deroga. Cisl, Uil e Ugl ricordano che finora si sono limitate per senso di responsabilità a forme di proteste di sabato e fuori dall’orario di lavoro. Tuttavia, qualora, il Governo intendesse intervenire sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cisl, Uil e Ugl saranno costrette a ricorrere a scioperi , nonostante la nostra ferma volontà sinora di non ricorrere a forme di proteste estreme in un momento di crisi economica, proprio per non erodere ancora di più i salari e danneggiare le imprese. Cisl, Uil e Ugl prendono atto che il Governo ha riconosciuto che il sistema previdenziale italiano è in equilibrio e non ha bisogno di ulteriori interventi di riforma. Mentre si rende sempre più indispensabile favorire la previdenza integrativa riducendo le tasse per incentivare l’adesione obbligatoria ai fondi integrativi. Così come è fondamentale approvare subito la delega per la riforma fiscale, introdurre una patrimoniale permanente sui beni immobiliari e mobiliari, escludendo la prima casa, abbattere i costi della politica, ridurre i livelli amministrativi, vendere il patrimonio immobiliare dello stato, procedere ad una liberalizzazione nel settore dei servizi pubblici”.
16.44 – Rehn: tabella di marcia ambiziosa
“L’Italia ha presentato un programma di riforme chiaro ed una tabella di marcia ambiziosa”, ha detto a Berlino il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
16.15 – Schifani: “Rigorosi su impegni assunti”
“La lettera dell’esecutivo ha avuto un giudizio favorevole dall’Europa. Questo è un segnale positivo che infonde fiducia al Paese”. Lo dice il presidente del Senato, Renato Schifani, a Pavia, aggiungendo che ora “bisogna essere determinati ma anche rigorosi nell’attuazione degli impegni assunti”.
15.39 – Finocchiaro: “Aspettiamo Berlusconi in Parlamento”
“L’’illustrazione in Parlamento di questa fantomatica lettera e un serio confronto con le opposizioni non sono più rinviabili. Basta chiacchiere, aspettiamo Berlusconi in Parlamento”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
15.38 – Uil: “Serve igiene politica”
La Uil ritiene che “non sia possibile chiedere sacrifici ai cittadini se le Istituzioni che li rappresentano e le Amministrazioni, a tutti i livelli, non siano prioritariamente coinvolte in un’operazione di igiene politica”.
15.54 – Camusso: “Governo prende solo ordini. Lettera nulla per la crescita”. “Abbiamo un governo incapace di decidere e agire, che è capace solo di prendere ordini”: lo ha detto il leader della Cgil Susanna Camusso, secondo cui “nella lettera del governo all’Ue non c’è nulla che riguarda la crescita, non c’è nessuna risposta positiva per l’Italia. Ci si gloria di quel che si è fatto e forse bisognerebbe evitarlo visto che siamo sorvegliati speciali”. Per Susanna Camusso “in una stagione in cui il nostro più grande problema è la disoccupazione, bisogna costruire percorsi d’ingresso dei giovani e delle donne invece si parla di licenziamenti. Questo è l’opposto di ciò che serve al Paese”.
15.28 – Spi-Cgil: “Nostra manifestazione per i giovani penalizzati dal governo”. “Dedicheremo la manifestazione nazionale dei pensionati e delle pensionate ai giovani di questo paese perché ancora una volta si trovano davanti ad un governo che non si preoccupa di creare un’occupazione certa e stabile ma a come mettere le aziende nelle condizione di licenziare più facilmente”: è quanto ha dichiarato il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone in vista della manifestazione nazionale “Nessun dorma” indetta dal sindacato per domani 28 ottobre dalle 10 in piazza del Popolo a Roma.
15.19 – Pd: “Governo ha già tradito la lettera all’Ue”. ”Per evitare l’ennesima brutta figura di essere battuti in Aula, oggi alla Camera hanno approvato la nostra mozione promossa da Michele Meta che impegna il governo ad usare una quota consistente dell’extragettito dell’asta per le frequenze dei telefonini di quarta gamma per il trasporto pubblico locale. Si tratta di circa 2 miliardi di euro che il ministro Tremonti aveva già considerato a copertura di altre politiche economiche”: è quanto dichiarato dal capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Pierpaolo Baretta. “Approvando la nostra mozione – ha spiegato – è come se avessero modificato i saldi della lettera che solo ieri Berlusconi ha presentato in Europa”.
15.13 – Alemanno: “Dl Sviluppo non può essere a costo zero”. “La lettera inviata dal governo all’ Ue è un impegno molto importante e significativo. La prima scadenza, comunque, quella ineludibile, è il 15 novembre, il decreto allo sviluppo, che non può essere realizzato a costo zero”: è quanto affermato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, secondo cui “non bastano generiche deregolamentazioni, bisogna mettere sul piatto risorse per fare sviluppo e creare nuovi posti di lavoro. Se ci sono nuovi posti di lavoro tutto il resto si sostiene. Se non ci sono nuovi posti di lavoro non c’è una prospettiva di sviluppo ma di recessione”.
14.57 – Crosetto: “Prodi svenderebbe barca Italia”. “Prodi parla di barche e timonieri. Mah… Forse sarebbe più opportuno lasciasse questi argomenti a persone con maggior esperienza e competenza, tipo Massimo D’Alema. Battute a parte, la cosa più importante è avere dei timonieri che cerchino di salvare la barca e le persone a bordo. Prodi può con cognizione di causa dare consigli su come salvare le persone a bordo. Il problema con lui è che alla fine del viaggio la barca non sarebbe più italiana, ma probabilmente svenduta ad altri”. E’ quanto dichiarato dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto.
14.54 – Lupi: “Lettera è un bel segnale”. “Mi sembra un bel segnale forte, ma come sempre più delle parole contano i fatti. Ora ci deve essere un appello alla responsabilità di tutti e le opposizioni almeno nei prossimi giorni smettano di chiedere le dimissioni di Berlusconi. Iniziamo a confrontarci seriamente sui contenuti: ci sono date e scadenze e lì, su quello, si misurerà la serietà, se sapremo tenere fede agli impegni. Mi auguro ci si confronti sul merito”: è il commento del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl)
14.49 – Ugl: “Non c’è alternativa a sciopero generale”. “Di fronte all’ennesimo provvedimento contro lavoratori e pensionati, senza un briciolo di condivisione con le parti sociali e di equa distribuzione dei sacrifici, non c’è alternativa allo sciopero generale”: lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, secondo cui ”se neanche il ministro dell’Economia riesce a condividere i contenuti della lettera italiana all’Ue, ben peggiore della missiva inviata all’esecutivo dalla Bce, tanto meno possono accettarla i lavoratori pubblici e privati italiani”. In particolare, per Centrella “dare il via libera a licenziamenti per motivi economici, in un momento di crisi, significa lasciarsi andare ad una forsennata, pericolosa e inutile politica liberista che si dovrebbe applicare anche a politici e amministratori dello Stato” ovvero “a coloro che nonostante privilegi e laute indennità hanno contribuito a portare il Paese al punto in cui si trova oggi, senza mai pagarne le conseguenze”.
14.20 – Bersani incontra Casini e Di Pietro. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha incontrato separatamente prima il leader dell’Udc Pierferdinando Casini e poi Antonio di Pietro dell’Idv per mettere a punto una strategia comune che smascheri il governo e “la merce usata venduta come nuova” dal premier Silvio Berlusconi all’Unione europea. E per accreditarsi agli occhi dell’Ue, con una piattaforma comune, come un’alternativa affidabile”. Nel faccia a faccia con l’Idv si è affrontato anche il tema di un esecutivo tecnico che possa aggregare anche gli scontenti del Pdl. Per la prima volta Antonio di Pietro si è mostrato possibilista su questa eventualità. ‘”Sul progetto dell’alleanza tra moderati e progressisti non stiamo con le mani in mano” ha commentato Bersani.
13.50 – Anche la Uil minaccia lo sciopero generale
Dopo Cgil e Cisl, anche la Uil è pronta allo sciopero generale per contrastare in particolare i provvedimenti su “licenziamenti facili”, mobilità nel pubblico impiego e riforma fiscale. “Se il contenuto discorsivo della lettera -annunciano dal sindacato – verrà confermato dal governo, il prossimo passo è solo lo sciopero generale”.
13.44 – Per Palamara (Anm), sulla giustizia la lettera è “generica”
La parte della lettera del presidente del Consiglio al Consiglio europeo dedicata alla giustizia è “così generica che non consente di esprimere un giudizio”. Questo è il commento del presidente dell’Anm, Luca Palamara, soprattutto sulla norma che prevede la costituzione di un gruppo di lavoro al ministero della Giustizia per contrastare la litigiosità, nell’ottica di prevenire il contenzioso in materia civile. Quanto agli incentivi per gli uffici giudiziari virtuosi, il leader dell’Anm sostiene che la questione “va affrontata nell’ambito del tema più generale dell’organizzazione degli uffici, su cui c’è molto da fare”.
13.41 – Cofferati: “Aiuti a Stati e banche, ma non ai cittadini”
“Siamo davanti a un’improbabile riduzione del debito e della spesa a danno dei più deboli e senza politiche definite per lo sviluppo e la creazione di nuova ricchezza”. Lo ha affermato Sergio Cofferati, europarlamentare Pd, nel suo intervento in plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Si aiutano stati e banche senza azioni a sostegno dei cittadini”, ha continuato l’ex segretario della Cgil.
13.33 – Prodi: “Lettera ok se messa in atto, ma il problema dell’Italia sono evasione e criminalità”
“La lettera del governo italiano all’Europa è piena di buone intenzioni, e se saranno messe in atto daranno qualche frutto”, commenta l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, in occasione del forum italo-russo a Verona. “Bisogna però analizzare il patto e gli accordi che ci sono stati e che ancora non mi sono chiarissimi. Il contenuto della lettera lo esaminerò con cura in futuro. Per me il problema è che si uscisse dall’esame con una garanzia di fiducia riguardo alla sostenibilità futura: questa sembra esserci stata, quindi andiamo avanti”. Per l’ex leader dell’Ulivo, i due principali problemi da sbloccare in Italia sono però “evasione fiscale e criminalità”, che “ci fanno diversi dagli altri. Se non avessimo questi due problemi noi saremmo a livelli più elevati di qualsiasi altro paese europeo”.
13.24 – Sacconi: “Falso parlare di licenziamenti facili”, sono solo “snelliti”
“E’ falso parlare di licenziamenti facili”. Così il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi replica alle critiche sulla misura prevista nella lettera inviata alla Ue. “Abbiamo aderito -ha spiegato – alle raccomandazioni che il Consiglio europeo ha rivolto all’Italia in luglio scorso e che sono rivolte a favorire lo sviluppo dell’impresa e dell’occupazione, la propensione maggiore ad assumere”. Secondo il ministro, quindi, “ciò si ottiene, da un lato, scoraggiando forme improprie di precarietà, ed è nostra intenzione restringere le modalità di impiego delle collaborazioni a progetto e dei tirocini, ma contemporaneamente bisogna snellire le procedure di licenziamento motivate da esigenze di carattere economico, che sono già previste dall’ordinamento, e rafforzare le tutele per i lavoratori in questi casi”. Il ministro ha aggiunto che, con il loro atteggiamento in materia, Pd e Cgil si dimostrano “inadatti a governare”.
13.10 – Bonanni: “Pronti a sciopero generale”
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, preannuncia: se verrà modificato “l’assetto dei licenziamenti senza il consenso delle parti sociali la Cisl andrà allo sciopero”.
12.48 – Tosi: “Governo più stabile”
Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ritiene che il governo “è più stabile” dopo il via libera dell’Europa alla lettera di impegni sulle misure per lo sviluppo presentata dal premier Berlusconi. “I contenuti della lettera, se vengono tradotti in azioni concrete – ha concluso Tosi – sono decisamente innovativi ed importanti”.
12.38 – Commissione Ue: Italia deve attuare norme Ue sull’Iva
La Commissione europea chiede all’Italia – con l’invio di un secondo avvertimento formale – di attuare le norme comunitarie in materia di Iva, anche per contrastare più efficacemente le frodi fiscali.
12.10 – La Cgil annuncia: “Reagiremo con forza”. “Norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano sono all’interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verita”. La Cgil bolla così la lettera presentata ieri dal premier al vertice di Bruxelles, annunciando che “il sindacato reagirà con la forza necessaria”. “Se l’obiettivo è assumere e non licenziare il governo mandi subito una raccomandata urgente a Bruxelles dicendo che si è sbagliato”, ha detto il segretario confederale, Fulvio Fammoni, nel sottolineare che “l’Europa accetta per non far sprofondare le borse e soprattutto per commissariare, non più solo politicamente ma di fatto, il nostro paese. Come nel paese dei balocchi si scrive che ‘il governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo’, siamo al ridicolo”.
11.48 – Bersani: “Inaccettabile minaccia su mercato lavoro”. Pier Luigi Bersani ha duramente criticato l’ipotesi di modificare la disciplina dei licenziamenti contenuta nella lettera inviata dal governo al consiglio europeo. “A parte le minacce inaccettabili dientrare a pie’ pari sul mercato del lavoro, tutto il resto è merce usata: il governo spieghi il rispetto del calendario” ha detto il segretario dei democratici, che poi ha spiegato: “Credo che l’Europa giustamente non abbia altro interesse che rendere credibile le misure italiane. Siamo troppo grossi per essere salvati. Temo che dall’esame tecnico possa emergere che non ci siamo sostanzialmente”.
11.41 – Frattini: “Chi voterà contro riforme dovrà spiegarlo”. “Scommetterei sul fatto che il parlamento riuscirà” ad approvare in tempi brevi le riforme promesse da Berlusconi all’Ue per rilanciare la crescita e blindare i conti pubblici. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini si è rivolto all’opposizione “responsabile”, sottolineando che “chi voterà contro un progetto approvato dall’Ue e necessario ad aiutare l’Italia dovrà spiegare perché”. “Nessuno ha più alibi per sottrarsi” all’adozione di queste misure, come “non ce l’ha il governo”, ha aggiunto. Per Frattini, inoltre, “l’Italia non è parte del problema europeo” mentre “la Francia ha un problema molto più grande con le sue banche che sono in possesso di troppi bond greci”.
11.38 – “Rehn avrà la responsabilità dell’euro”. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, avrà anche la responsabilità della gestione dell’euro: lo ha annunciato oggi il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, nel corso di un intervento al Parlamento europeo a Strasburgo. ”Olli Rehn sarà vicepresidente della Commissione Ue per gli Affari economici e per l’euro”, ha detto Barroso, secondo cui “avere un commissario responsabile in particolare dell’euro indica che noi vogliamo che la governance dell’euro passi nel quadro comunitario”.
11.35 – Mistero sulle scuse della Merkel a Berlusconi. “Angela Merkel mi ha chiesto scusa per le risate dell’altro giorno in conferenza stampa” dice Berlusconi, “Non è niente vero” risponde il portavoce della cancelliera tedesca. Mistero, quindi, sulle presunte scuse di Angela Merkel al presidente del Consiglio. “Nessuna scusa da parte di Angela Merkel” dice il portavoce Steffen Seibert “anche perché – prosegue nel suo tweet – non c’era niente di cui scusarsi. Vero invece che Berlusconi e Merkel abbiano avuto un colloquio cordiale e franco, tra amici, aggiunge”.
11.16 – Bossi: “Tremonti si è defilato”. “Con l’Europa ci siamo impegnati, mica potevamo spaccarla. E dall’Unione europea è arrivato un giudizio positivo”. Lo dice il leader della Lega e ministro delle Riforme, Umberto Bossi, il quale rivendica il fatto che “ci siamo riuniti per fare questa lettera… Tremonti si è defilato. Sono suo amico ma Berlusconi ha i voti per fare il federalismo e questo non l’ho dimenticato”. Infine, Bossi ribadisce la soddisfazione per il capitolo pensioni: “Non è cambiato niente. Una nostra vittoria? E’ una vittoria della giustizia, sono soddisfatto”. Sulla questione politica, Bossi è stato chiaro: “Si vota quando sarà il momento, non è adesso, ora si va avanti. Se non avessimo risposto nel modo giusto all’Europa sulle pensioni saremo andati subito al voto”.
11.12 – Barroso: “Ora Italia rispetti gli impegni”. ”Adesso è imperativo che l’Italia concretizzi i propri impegni e lo faccia secondo un calendario chiaro”: lo ha detto il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, nel corso di un intervento al Parlamento europeo sull’esito del Consiglio Ue di ieri. Per Barroso, “oggi l’Europa dimostra chepossiamo essere uniti. Anche in un periodo così difficile riusciremo a dimostrare la nostra unità, la nostra solidarietà e la nostra determinazione per l’Europa e per l’euro”.
11.08 – Van Rompuy: “Passo cruciale, ora i mercati daranno tempo”. “La notte scorsa è stato fatto un passo politico cruciale che però richiederà un seguito tecnico”. Lo ha detto Herman Van Rompuy alla plenaria di Strasburgo aggiungendo di essere però “convinto che i mercati ci daranno tempo quando vedranno il chiaro impegno”. Il presidente permanente del Consiglio Ue ha però riconosciuto che “i tempi della politica sono lenti per i mercati” ed ha annunciato che la Ue dovrà “discutere regole e procedure” per “introdurre procedure per affrontare le emergenze”. Per Van Rompuy, “le due opzioni in gioco per l’aumento della potenza di fuoco fino a circa 1000 miliardi di euro del fondo salva stati Efsf possono entrambe produrre un leveraging di 4-5 volte e possono essere usate contemporaneamente”.
10.58 – Cicchitto: “E’arrivata l’ora della verità”. “Adesso è arrivata l’ora della verità: dalle reazioni è evidente che la sinistra, non solo l’Italia dei valori e la Sel ma anche larga parte del Partito Democratico, non sarebbe in grado di rispondere positivamente alle esigenze dell’Europa”: è quanto detto dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto a commento della lettera inviata dal governo alla Ue. “Questo è l’autentico nodo politico di fondo che vanifica anche le ipotesi di governo tecnico o di transizione e che pone dei seri problemi strategici anche all’Udc”.
10.56 – Franceschini: “Riferire in Parlamento”. “E’ urgente che il governo riferiscain Parlamento i contenuti della lettera inviata all’Unione Europea”: lo dice il capogruppo del Pd Dario Franceschini intervenendo in Aula alla Camera e auspicando che la presidenza di Montecitorio possa “essere molto persuasiva” nel convincere l’Esecutivo a presentarsi di fronte alle Camere.
10.55 – Epifani: “Inaccettabile puntare sui licenziamenti”. ”E’ moralmente senza nessun ritegno l’idea che una crisi originata dalla speculazione la si paghi con licenziamenti facili. Altro che Indignados, questo è un rovesciamento inaccettabile delle responsabilità e delle conseguenze che nessun Paese può accettare, tantomeno il sindacato italiano: lo ha detto l’ex segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani parlando a Roma della lettera di intenti inviata dal governo all’Unione Europea. Per Epifani, “fermo restando che tra gli obiettivi e la realtà del governo c’è una contraddizione insanabile, la cosa che più colpisce è l’accanimento in materia di licenziamenti. Anche i commenti e i tentativi di spiegazione aggravano la situazione. Se tu rendi ancora più facili i licenziamenti quando la crisi già li facilita è evidente che fai una cosa che è il contrario di ciò che andrebbe fatto e nella logica, quindi è totalmente inaccettabile. Credo che la risposta sindacale sarà molto forte”.
10.48 – Fiom: “Lettera all’Ue è una follia”. “Credo che la lettera presentata dal Governo all’Ue non vada bene. Penso sia una follia, che vada respinta questa cosa e che di fronte a ricette di quella natura ci voglia una mobilitazione generale del paese. Credo anche che le forze di opposizione debbano uscire dal guscio”: lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom.
10.43 – Sacconi: “Regole licenziamenti troppo rigide”. ”Qualcuno dismetta l’abito ideologico. Mi riferisco ai licenziamenti: siamo l’unico paese al mondo che ha regole così rigide”: il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ospite di Uno Mattina, attacca sindacati e mercato del lavoro prima di spiegare meglio la sua posizione in una nota. “L’obiettivo del Governo è spingere le aziende a assumere, non a licenziare”: il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha spiegato così le misure che il governo ha inserito nella lettera inviata all’Ue. “Licenziamenti facili è un titolo che serve solo a spaventare una società già insicura ma che non rappresenta le misure suggerite dall’Europa ed accolte dall’Italia” ha detto Sacconi, secondo cui “l’obiettivo è incoraggiare le imprese a crescere ed assumere a tempo indeterminato. Senza il timore che ove le cose vadano male per l’azienda nel suo insieme, per uno specifico progetto di espansione, per un rapporto di lavoro, si producano grandi difficoltà nel fare il passo indietro”. La questione, secondo il titolare del Welfare, sarà presto affrontata con i sindacati e con l’opposizione: “Apriremo presto un tavolo di confronto con le parti sociali, che invitiamo ad approfondire il merito senza pregiudizi e l’opposizione ha l’opportunità di dimostrare la propria modernità accettando il confronto su una linea europea. I no non fanno né crescita né occupazione. E tantomeno aiutano la stabilità”. Nella lettera, inoltre, l’Italia ha ribadito di voler promuovere in particolare l’occupazione giovanile e femminile, soprattutto nel Mezzogiorno: “Gli strumenti indicati – ha spiegato Sacconi – sono l’incentivazione dell’apprendistato, i contratti agevolati di inserimento per le donne, il credito di imposta per le nuove assunzioni nelle aree svantaggiate”.
10.09 – “Licenziare non significa crescere”. “Io credo che licenziare assolutamente non significhi crescere”: il sottosegretario al Lavoro, Luca Bellotti, ha commentato così, a margine della Conferenza nazionale sulla vigilanza in materia di lavoro in corso a Roma, la misura contenuta nella lettera inviata alla Ue che prevede la possibilità di licenziamento in situazioni di crisi.