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Strage di via D’Amelio
Sei ergastolani fuori dal carcere

La richiesta di revisione dei processi è stata ritenuta inammissibile dalla corte d'Appello di Catania, che però ha disposto la sospensione della pena e l'immediata scarcerazione, se non detenuti per altra causa, di otto condannati. Sei di loro sono stati scarcerati
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Un'immagine dall'alto dell'attentato di via D'Amelio

La corte d’Appello di Catania ha deciso di sospendere l’esecuzione della pena per otto persone, tutte condannate all’ergastolo, per la strage in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. L’attentato avvenne a Palermo, in via D’Amelio, nel luglio del 1992. In carcere si trovavano 11 persone: tra queste, sei sono state scarcerate. Il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato aveva presentato richiesta di revisione dei processi Borsellino e Borsellino bis, dopo le rilevazioni dei pentiti Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, le cui dichiarazioni scagionano di fatto buona parte degli imputati della cosca di Santa maria di Gesù (indicati invece da Vincenzo Scarantino come gli esecutori materiali dell’attentato di via D’Amelio).

Sei degli otto condannati hanno quindi lasciato il carcere: si tratta di Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino e Gaetano Murana. Più complicata la posizione di Vincenzo Scarantino: inizialmente secondo i calcoli della Procura, l’imputato (che oltre a 18 anni per via D’Amelio, aveva due condanne a 9 anni per droga e a 8 per calunnia) aveva già espiato quelle pene e dunque era in cella solo per l’eccidio di via D’Amelio. Ma i conti fatti erano sbagliati: c’è stato un errore nel computo dei cosiddetti giorni premiali, corretta dal giudice dell’esecuzione che, in questo caso, è la procura generale di Roma.

Secondo il nuovo calcolo Scarantino uscirà dal carcere di Torino nel 2014. La notizia della sua imminente liberazione aveva suscitato molte preoccupazioni negli inquirenti, che avevano ipotizzato anche di organizzargli un servizio di protezione: il rientro a Palermo del falso pentito, colpevole di avere fatto condannare persone innocenti, poteva esporlo alla vendetta delle famiglie di chi è stato in carcere ingiustamente per oltre 15 anni.

La decisione della Corte d’appello di Catania è immediatamente esecutiva, quindi dopo la notifica agli istituti di pena i sei sono stati scarcerati. Scotto invece non tornerà libero perché, oltre all’ergastolo per la strage, la cui esecuzione è stata sospesa dai giudici, deve scontare due condanne definitive: una a 16 anni e 4 mesi per traffico di droga e una a 4 anni e 6 mesi per tentato omicidio.

In realtà, la richiesta di revisione dei processi è stata ritenuta inammissibile dalla corte d’Appello “per motivi tecnici e allo stato degli atti”, ma nonostante questo ha disposto la sospensione della pena e l’immediata scarcerazione, se non detenuti per altra causa, degli otto imputati. Il processo Borsellino era iniziato il 4 ottobre 1994 e aveva portato in carcere (con condanna all’egastolo) Orofino, Scotto e Profeta, mentre il Borsellino bis era stato avviato nel 1996.

aggiornato dalla redazione web il 28/10/11 (alle 17.30)

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