Chissà se Angela Merkel conosce Barbara Matera. La nostra economia è appesa a un filo che si trova nelle mani della cancelliera tedesca. Quando dovrà decidere se fidarsi o meno delle promesse di Silvio Berlusconi, sulla sua reale volontà di mettere ordine nei nostri conti, potrebbe ricordarsi dell’europarlamentare foggiana.
Il valore dei nostri titoli e lo spread dei tassi di interesse tra Roma e Berlino dipendono in larga parte dalla credibilità del nostro premier. Ecco perché bisogna sperare che Angela Merkel non conosca Barbara Matera.
Quando l’ex annunciatrice trentenne fu candidata alle elezioni europee nel 2009, qualcuno obiettò sulla ex letteronza ascesa allo scranno che fu di Altero Spinelli. Al direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, però, Berlusconi dichiarò solennemente: “Barbara Matera è laureata in Scienze politiche, me l’ha consigliata Gianni Letta, è la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico. Direttore, mi creda, è tutta una montatura”.
Grazie all’analisi del conto corrente del premier effettuata dalla Procura di Firenze, nell’ambito delle indagini su Denis Verdini, si scopre ora che il presidente del Consiglio ha pagato (con la solita causale del prestito infruttifero) a Barbara Matera ben 95 mila euro con tre bonifici effettuati tra l’agosto 2007 e il marzo 2008. Nel 2009, probabilmente grazie agli italiani che l’hanno mandata a Strasburgo e le pagano lo stipendio, l’ex annunciatrice è uscita dal libro paga di Berlusconi.
Storie come queste possono segnare anche il destino della nostra economia. Proprio quando tutti gli italiani, di destra e di sinistra, sentono ancora bruciare sul viso il sorriso di scherno di Francia e Germania, proprio quando abbiamo bisogno di fare almeno finta di essere un paese serio, ecco che il presidente del Consiglio, con il suo comportamento, trascina ancora l’Italia nel ridicolo.
Dopo avere dichiarato al mondo “non ho mai pagato una donna”, Berlusconi si ritrova smascherato dall’esposizione delle sue contabili: milioni di euro pagati alle ragazze di tutte le nazionalità che partecipavano alle sue cene eleganti, dalla billionarina russa alla figlia del manager blasonato. E talvolta basta una signorina buonasera per dire buonanotte alla credibilità di una nazione.
Il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2011