Strasburgo, Parlamento Europeo. All’interno dell’ atrio centrale del palazzo è possibile ammirare la struttura contemporanea caratterizzata da diversi volumi che formano l’incrocio di un cerchio e di un’ellisse. La visuale degli 8 piani di finestre scure toglie il fiato.
Ad un certo punto, però, l’amonica vista dell’edificio viene infastidita da un particolare. Più o meno all’altezza del quinto piano svolazzano due drappi agganciati alle finestre. Da lontano sembrano soltanto due lenzuoli, uno bianco e l’altro rosso. Avvicinandosi bene, però, si scopre che non sono altro che uno stendardo rosso con impresso in oro il Leone di Venezia e una bianca bandiera della Padania con il verde sole delle Alpi in bella mostra.
In tutte le altre finestre dell’edificio nessuno ha osato appendere nulla. Non l’hanno fatto i nazionalisti britannici del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito; non ci hanno pensato i duri e puri del Movimento per la Francia; non hanno neanche osato provarci i nazionalisti lituani, danesi, finlandesi e slovacchi, e i greci del Raggruppamento popolare ortodosso sono al momento in altre faccende affaccendati per giocare con le bandierine.
In pratica, dei nove partiti che aderiscono al gruppo parlamentare Europa della Libertà e della Democrazia ( i cosiddetti euroscettici che contano 35 deputati), soltanto i Leghisti italiani non hanno saputo tenere a freno il bisogno di esibire simboli e gagliardetti anche in Europa, dopo le nostrane performance di Adro. Anche in questo caso, infatti, non si tratta di simboli di partito, ma al contrario di vessilli di una nazione che esiste soltanto nei sogni di gente come Mario Borghezio, già famoso in Italia per aver disinfettato alcuni immigrati sul treno e che ora in Europa si occupa addirittura di diritti civili (sic).
Sarebbe forse il caso di spiegare ai 9 europarlamentari del Carroccio che quei posti lautamente retribuiti gli spettano soltanto perchè eletti in Italia. Le loro singolari abitudini all’estero minano infatti soltanto la reputazione italiana – già messa a dura a prova dalla condotta del loro massimo alleato di governo – non intaccando minimamente la credibilità del popolo Padano, per il semplice fatto che tale popolo non esiste. Perché quindi continuare a umiliare con il loro ridicolo comportamento un’intera nazione che gli garantisce quasi 150 mila euro a testa di stipendio all’anno? Se proprio i sodali di Bossi non vogliono abbandonare il comodo Europarlamento, sarebbe il caso almeno di tenere nei cassetti certe bizzarre bandiere.
In alto, le bandiere della Padania alle finestre del Parlamento europeo di Strasburgo (foto di Egidio Morici). Per ingrandire clicca qui