Dopo l’intervento auto-celebrativo di ieri sera al Tg1, il premier Silvio Berlusconi sceglie ancora una volta la televisione per comunicare agli italiani che va tutto bene. E lo fa intervenendo, questa volta, alla “telefonata”, la striscia di Maurizio Belpietro nel corso di Mattino 5: “Non esiste alcun patto con la Lega per andare al voto nel 2012. Oggi l’Italia ha bisogno di stabilità è andare a elezioni sarebbe andare contro gli interesi del Paese. Far cadere il governo e aprire la campagna elettorale con un buco di governabilità di almeno 6 mesi sarebbe un danno gravissimo all’Italia e agli italiani”, ha detto il premier, bollando poi come “invenzioni della stampa” e dei giornali “che sempre più spesso capovolgono la realtà” le voci in questo senso.
In realtà, però, il timore di Berlusconi di elezioni imminenti si può leggere nelle affermazioni sul nome del suo stesso partito e soprattutto sull’ipotesi primarie. “”Il nome popolo della libertà è stato scelto dai cittadini nei gazebo del 2008 e contiene due parole bellissime: popolo e libertà. Ma nel parlare diventa un acronimo, Pdl, che non commuove, non comunica e non emoziona”: queste le ragioni ufficiali con le quali il Cavaliere annuncia che “è iniziata una riflessione su un altro nome per il Pdl, che non sia sostituibile con un acronimo”. L’acronimo Pdl pare proprio non piacere al Presidente, “perché tradisce il senso del nome stesso”. Ma Berlusconi ha rassicurato anche : “Il nuovo nome non sarà ‘forza Silvio’,” ha detto, correggendo la battuta di qualche settimana fa su “forza gnocca”.
L’appuntamento elettorale, ha sottolineato il premier, sarà nel 2013, mentre adesso ” è importante mantenere salda la maggioranza di Governo” per “realizzare in Parlamento le riforme indispensabili per il nostro Paese e per le quali ci siamo impegnati in Europa”. Far cadere il Governo e aprire una campagna elettorale, con un buco di governabilità di almeno 6 mesi, “sarebbe un danno gravissimo per l’Italia e gli italiani”, ha ribadito il premier. Che per le elezioni 2013 sostiene di essere favorevole alle primarie nel suo partito “sul modello americano”.
Berlusconi ha poi chiuso all’ipotesi di un governo di larghe intese, spiegando: “L’appello che ho fatto all’opposizione non è per un governo di larghe intese, che porterebbe alla paralisi politica ma al senso di responsabilità che dovrebbe portare l’opposizione nell’interesse del Paese ad approvare le misure adottate a Bruxelles, invece di chiedere le dimissioni”.
Quanto alle norme che il governo ha annunciato in materia di licenziamento, il premier ha spiegato di non temere scontri sociali, perché, ha detto, “i dipendenti troveranno nello Stato, attraverso la cassa integrazione, la garanzia di essere remunerati e avere tempo di trovarsi un lavoro. La strada è quella indicata da un dl del senatore dell’opposizione, il giuslavorista Pietro Ichino, che per aumentare la competitività nel lavoro prevedeva riforme delle norme sui licenziamenti”.
Infine la questione Bini Smaghi e le conseguenze diplomatiche che le sue mancate dimissioni dalla Bce stanno portando con la Francia di Sarkozy. ”Il problema – ha detto il Cavaliere – è che qualcuno possa pensare di comportarsi contro gli interessi del proprio Paese, in questo modo causando uno spiacevole incidente con un paese amico”. E senza dire molto su cosa intende fare, ha aggiunto: “Confido nel suo senso dello Stato”.