Dopo la divulgazione delle ultime intercettazioni in cui Berlusconi propone a Lavitola azioni di forza contro i suoi nemici, Bersani è furibondo perché anche stavolta le prime pagine sono state tutte per il premier. Roso dall’invidia, ha convocato una task force di esperti in comunicazione per ridisegnare la sua immagine. Ecco i primi punti da realizzare:
Punto A. Noleggiare un’auto blu con lampeggiante e autista, dirigersi a Viale Mazzini e fermarsi davanti al cancello della Rai fingendo di chiedere un’informazione stradale al custode. Quando Pippo Baudo si sarà avvicinato, abbassare il finestrino in modo che si vedano bene le tre escort accalcate sui sedili posteriori. Il piano va eseguito a notte fonda per evitare che Baudo si accorga che si tratta di bambole gonfiabili. Una delle bambole va gonfiata di meno rispetto alle altre due in modo da farla sembrare minorenne.
Punto B. Fare il pieno di benzina al furgoncino del partito e tenerlo pronto: appena si avrà avuto notizia di un terremoto (di qualunque entità) sarà necessario recarsi di corsa nella zona colpita dal sinistro e confortare la popolazione. Non disponendo di sufficiente liquidità per regalare dentiere agli anziani, munirsi di cibo già masticato da regalare ai terremotati. Se non dovessero verificarsi terremoti degni di nota assumere Bondi come custode in qualche condominio e aspettare: tempo 5 giorni e l’edificio andrà giù anche se costruito dopo il ’90.
Punto C. Telefonare in diretta a TeleCapri e lamentarsi pubblicamente di come la signora Nunzia, proprietaria dell’omonima lavanderia sita in Via Armeni 47, gli abbia stirato male il vestito buono, ovviamente di proposito, perché prezzolata dalla magistratura politicizzata. Non aspettare la replica e chiudere il telefono in faccia al presentatore. Prima di comporre il numero, per evitare che la linea cada sul più bello, assicurasi che Fassino non abbia di nuovo consumato tutto il traffico del telefonino di partito per sapere se finalmente ha una banca o meno.
Punto D. Fare amicizia con qualche dittatore per guadagnare prestigio internazionale. Berlusconi ha già preso tutti i migliori: bisognerà ripiegare sulle seconde scelte o sui dittatori più anziani. Altra discriminante è la distanza: poiché tutti i fondi del partito sono stati impiegati nel pieno di benzina e non ci sono abbastanza soldi per andarli a trovare a casa loro, sarà necessario selezionare solo quei dittatori che si accontenteranno di essere amici di penna. Se i nomi selezionati non saranno disponibili telefonare a Villa S. Martino e chiedere a Berlusconi se vuole fare amicizia.
Se questi punti dovessero tutti fallire, sarà necessario ricorrere all’espediente usato da Berlusconi: fare incazzare ancora di più Veltroni e farsi lanciare in bocca una statuina del Duomo.
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