Un altro mattone nel muro. Anzi, due. Dalla procura di Napoli arriva la notizia che Hector Cuper, l’allenatore argentino che dieci anni fa sbarcò in Italia per guidare l’Inter (dal 2001 al 2003) e che poi tornò nel nostro Paese nel 2008 per dare una mano al Parma (senza successo, la squadra emiliana finì in serie B), è stato iscritto nel registo degli indagati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo nell’ambito della maxi-inchiesta sul calcioscommesse che da mesi sta cercando di fare luce sui presunti rapporti tra la criminalità organizzata e alcuni protagonisti del calcio internazionale.
Associazione per delinquere, frode, riciclaggio, questi i reati ipotizzati dalla Procura di Napoli, che ha già avanzato una richiesta di rogatoria alle autorità spagnole. Il pm Cantelmo e i suoi collaboratori vogliono interrogare Cuper (oggi alla guida del Racing Santander, in Spagna) per verificare i punti di contatto tra l’allenatore e alcuni esponenti dell’organizzazione camorrista di Castellamare di Stabia. Secondo le ultime indiscrezioni, l’ex bandiera del Ferro Carril avrebbe loro fornito alcune indicazioni su due gare del campionato spagnolo e due del campionato argentino. Si parla della stagione 2006-07.
Gli inquirenti stanno ricostruendo i giri anomali di denaro che avrebbero interessato diversi incontri di numerosi tornei in tutto il mondo. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbero infatti anche la serie A, la Bundesliga e alcuni campionati dell’Europa dell’Est. Già, perché ormai è certo che la camorra abbia trovato nelle scommesse “facili” un modo tutt’altro che disprezzabile per accumulare quattrini. Era sufficiente coinvolgere alcuni addetti ai lavori che potessero intervenire più o meno direttamente sull’esito delle partite e il gioco era fatto. La scommessa diventava un forziere inespugnabile, pronto da essere aperto e gestito a piacere.
Le indagini avrebbero preso il volo dopo la creazione di un database che raccoglie tutte le anomalie in materia di scommesse. Puntate pesanti da un’unica fonte, poco prima dell’inizio della gara, con logiche assai discutibili. Il sistema, messo a punto in stretta collaborazione con i Monopoli di Stato, avrebbe permesso alla procura di Napoli di evidenziare presunte irregolarità in più di 150 partite di calcio. Da qui, le prime verifiche, che avrebbero già messo nei guai 8 persone. Cuper è il primo grande nome del calcio internazionale. E potrebbe non essere l’ultimo.
Nel frattempo, a Torino, il processo che vede tra gli imputati l’ex giocatore della Juventus Michele Padovano è arrivato alle battute finali. Il pubblico ministero Antonio Rinaudo ha formalizzato la sua richiesta. Chiede che Padovano venga condannato a 24 anni e 6 mesi di carcere. L’accusa è di quelle pesanti: associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Il pm è convinto che l’ex calciatore sia stato tra i finanziatori di una banda che comprendeva decine di persone, quasi tutte già condannate in un precedente processo.