Ieri il Fatto Quotidiano ha ospitato un colloquio con Giuliano Ferrara per annunciare il suo nuovo programma su Rai 2, proprio di giovedì sera, proprio al posto di Annozero. È un’inversione a destra di una rete, una manovra ancora più ampia per viale Mazzini. Nel servizio pubblico, dove i soldi mancano e i canali abbondano, in teoria c’è posto per tutti: destra, sinistra, neutri. E invece, spazzati via Dandini, Santoro, Saviano e Ruffini, i padroni di casa provengono dal gruppo di Silvio Berlusconi (e alleati).
Non ha colpe, Ferrara, se propone una trasmissione serale perché l’azienda è stufa di Qui Radio Londra (e dei suoi pessimi ascolti), e lui deve difendere il contrattone triennale. Anche se le notizie sono diverse: non si è candidato Ferrara, anzi, l’idea è del direttore generale Lorenza Lei.
Si può discutere, si può riflettere, non si può far finta di nulla. Ma la risposta del passante è quella più utilizzata da Paolo Garimberti, che si definisce presidente di garanzia: “Non ero a conoscenza delle ipotesi riportate dai giornali (contemporaneamente dal Fatto e dal medesimo Ferrara sul Foglio, sollecitato dal nostro giornale, ndr), ipotesi che non circolavano in azienda e che comunque non erano ancora arrivate né all’attenzione del presidente né, ritengo, a quella dei consiglieri. Un’ultima amara annotazione: il segretario dell’Usigrai dovrebbe ricordarsi che mestiere fa e che le notizie vanno verificate prima di commentarle”.
Ovviamente nessun consigliere si associa al grido di dolore di Garimberti che, invece di spiegare la sua assenza, insulta Carlo Verna, il segretario Usigrai che aveva ironicamente ringraziato i vertici Rai per aver sostituito Santoro con Ferrara. Come per la politica, laddove Berlusconi senza opposizione è inesistente, la debolezza di Garimberti dà forza al fragile mandato di Lorenza Lei.
C’era pure il presidente di garanzia in commissione di Vigilanza, appena tre giorni fa, quando il direttore generale ha dichiarato (testuali): “A gennaio su Rai 2 avremo un nuovo programma il giovedì sera”. Non si è preoccupato di scoprire il tipo di programma e il nome del conduttore, Garimberti. Siccome non poteva difendere Augusto Minzolini, sempre in Vigilanza, si è trasferito a destra per attaccare Bianca Berlinguer: “C’è un problema Tg 3, lo ammetto”. Nemmeno Minzolini poteva crederci, c’è da giurarci. Tanta grazia, tanta diplomazia: per cosa?
Garimberti parla di autocandidatura di Ferrara, mentre i funzionari di Rai 2 ordinano lo studio di via Teulada e l’ufficio legale riflette su come modificare il contratto. E il presidente nulla seppe nulla disse. Così incassa il duro comunicato di Roberto Natale (Fnsi): “Se fosse stato lesto a ostacolare le espulsioni (Santoro e gli altri, ndr) come oggi è stato lesto a rimbrottare il segretario dell’Usigrai, forse la Rai non sarebbe caduta così in basso”. Soltanto che un presidente lesto non è di garanzia. E dunque: garanzia per chi?
Il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2011