E' già stato aperto un fascicolo, ma l'agente non è ancora stato identificato. Anche se gli inquirenti hanno immagini molto chiare su quanto avvenuto a Bologna il 12 ottobre
Per qualcuno, probabilmente, il fascicolo aperto d’ufficio dal pm Morena Plazzi è frutto di eccesso di zelo, altri al contrario auspicavano questa scelta da parte degli inquirenti. Invece per il sostituto procuratore Valter Giovannini, portavoce della Procura, quest’ultima “sta verificando con assoluta terzietà tutti i fatti avvenuti di fronte alla Banca d’Italia il 12 ottobre”.
E poi rivolgendosi al poliziotto che ha colpito con un manganello la giovane, dichiara che “colui che ha operato non può non essersi riconosciuto nelle foto pubblicate nei giornali o comunque non può non ricordare l’episodio”.
Quella mattina, infatti, davanti alla sede bolognese della Banca d’Italia, in piazza Cavour, un gruppo di indignados con scudi di cartone e gommapiuma tentò di assaltare la sede della Banca e consegnare una lettera simbolica all’ex governatore Mario Draghi. Ci furono alcuni momenti di tensione fra polizia e giovani indignati. Scontri che portarono al ferimento di Martina, colpita alla bocca da un manganello.
Una lesione permanente che comporta un indebolimento della masticazione. Motivo questo che ha portato la Procura ad aprire un fascicolo d’ufficio, come prevede la legge nei casi di lesioni gravi permanenti, senza dunque attendere la querela già preannunciata dalla ragazza. Fascicolo per ora aperto contro ignoti.
Il sostituto procuratore Giovannini lancia così il suo appello all’autore di quel gesto: “si faccia avanti e fornisca alla Procura, se lo ritiene, la sua versione dei fatti”. Mentre la Digos di Bologna continua a visionare le immagini e i video per tentare di identificare il poliziotto autore di quel gesto.