Il Capo dello Stato si schiera accanto ai direttori di testate no profit, politiche e cooperative che sono insorti contro la decisione dell'esecutivo di cancellare i finanziamenti pubblici
Il Capo dello Stato contro i tagli al fondo per l’editoria annunciati dal Governo. Giorgio Napolitano ha risposto alla lettera aperta che gli è stata inviata dai direttori di testate non profit, di partito e cooperative, per denunciare la scure preannunciata sul Fondo per l’editoria.
Il Presidente ha spiegato di aver “letto con attenzione” la missiva, che oggi è stata pubblicata sulle pagine di alcuni quotidiani (tra i quali L’Unità e Il Manifesto, testate storiche e da tempo in grosse difficoltà economiche), e di “rendersi bene conto dell’importanza degli argomenti” che vengono sottolineati dai direttori.
Non ha nascosto di condividere “la preoccupazione per i rischi che ne potrebbero derivare”. Rischi che consistono nella “mortificazione del pluralismo dell’informazione”. E ha aggiunto la sua ferma intenzione “di manifestare questo mio punto di vista al governo”.
Tagliare i finanziamenti pubblici a tutte queste testate non significa solo ridurre nettamente la possibilità per i cittadini di scegliere dove trovare informazioni e analisi su quello che succede in Italia e nel mondo, ma, hanno denunciato i direttori nella lettera aperta, comporterebbe anche l'”imminente chiusura per un centinaio di giornali politici, cooperativi, non profit e di idee”. E quindi anche “la conseguente perdita del lavoro per svariate migliaia di giornalisti e poligrafici”. I direttori si dicono consapevoli “dei problemi di bilancio dello Stato e della necessità di ridurre la spesa pubblica”, ma chiedono comunque l’adeguamento del fondo proponendo “criteri di assegnazione più rigorosi”. Il taglio lineare così come concepito dal governo di Berlusconi, invece, scrivono ancora i firmatari della missiva, sortirà il risultato di “buttare il bambino con l’acqua sporca” e porterebbe a “un’amputazione” del pluralismo: in edicola “rimarrebbero i giornali che hanno alle spalle editori potenti”, e “il perimetro dell’informazione si comprimerebbe drasticamente”. Da qui la decisione dei direttori di rivolgersi al Presidente della Repubblica, per “scongiurare un epilogo disastroso”.
Il Capo dello Stato non solo ha condiviso la denuncia, ma non ha dichiarato esplicitamente anche di apprezzare anche il tono della lettera, definendo “altamente apprezzabile” la sensibilità per l’urgenza di “un’opera di bonifica” nel settore dell’informazione. Plauso da parte del Presidente, inoltre, per l’iniziativa “di proporre ulteriori criteri per consentire da un lato risparmi e dall’altro una più rigorosa selezione nell’accesso alle risorse”. Napolitano ha quindi invitato i firmatari della lettera a “dare seguito concreto a questi intendimenti, promettendo di fare propria “la sollecitazione per una riconsiderazione delle decisioni del governo”.
Plauso alla presa di posizione del Capo dello Stato è stato espresso dal segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi, che ha detto: “L’invito del Presidente conferma quanto sia prezioso il pluralismo come bene immateriale che merita il sostegno dello Stato, affinché anche le voci non meramente commerciali possano animare il circuito dell’informazione e delle idee”. E poi, rivolgendosi al Governo, ha detto che “non può sottrarsi al dovere di una risposta” perché “non sono in gioco beni di una o dell’altra parte”.