Nello stesso giorno in cui un francese e una tedesca ridevano di un italiano (l’unico del trio ad essere rimasto protagonista di barzellette), in Svizzera si affermava alle elezioni la Lega anti-italiana – quella che considera gli italiani al Cern di Ginevra non “cervelli in fuga” ma metastasi.
Uno spettro si aggira per l’Europa, il sentimento anti-italiano: sono tornati in voga termini come Maccaronì, Mangiaspaghetti, Pizzagang; è vietato agli italiani entrare nei luoghi pubblici, specie quelli dove si stanno tenendo vertici internazionali; il marchio Made in Italy è rappresentato da un teschio con le ossa incrociate; e sono aperte le selezioni per i nuovi Sacco e Vanzetti.
Ma c’èuna differenza con il passato: nel secolo scorso la discriminazione contro gli italiani era un pregiudizio; oggi invece è un giudizio, e a ragion veduta! L’Italia è un luogo comune e gli italiani sono uno stereotipo: è dimostrato, inequivocabile, ci sono le prove e ogni giorno ne forniamo al mondo di nuove.
Ed è questo sentimento anti-italiano che oggi unisce l’Europa; l’unico valore che tiene ancora uniti gli stati membri dell’Unione. Ecco perché, se vogliamo restare in Europa, dobbiamo uniformarci: disprezzarci apertamente e perseguitarci a vicenda. Questo è unanimemente un paese di m…, e l’Europa ci chiede di tirare l’acqua.
Mi appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: presidente, faccia un gesto esemplare che ci faccia riacquistare rispetto e dignità: bruci il Tricolore in Eurovisione!
Il Misfatto, 30 ottobre 2011